Iniziato l’Obuv a Mosca. Marino Fabiani: «Difficile agganciare nuovi clienti»

Iniziato l’Obuv a Mosca. Marino Fabiani: «Difficile agganciare nuovi clienti»
​Iniziato l’Obuv a Mosca. Marino Fabiani: «Difficile agganciare nuovi clienti»
di Massimiliano Viti
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Mercoledì 13 Marzo 2024, 04:30 - Ultimo aggiornamento: 12:05

FEMRO «Ero abituato ad andare a Mosca una volta al mese. Ora ci vado 2 volte l’anno solo per l'Obuv». Lo afferma Marino Fabiani, titolare dell’omonimo marchio di scarpe, con sede a Fermo. Proprio ieri, e fino a venerdì 15, al quartiere fieristico Expocentre di Mosca, è iniziata l'edizione numero 60 di Obuv Mir Kozhi, salone dove sono presenti un centinaio di marchi, in gran parte italiani. Il calzaturiero fermano afferma di aver perso dal 35 al 40% delle vendite in Russia da quando, due anni fa, è iniziata la guerra.

L’aspetto

«Ma non è solo l'aspetto puramente economico a pesare quanto quello psicologico, perché oggi è tutto più complicato e costoso negli affari con la Russia.

Stiamo vendendo soprattutto in città lontane da Mosca. In Siberia e nelle vicine repubbliche. Oggi ci sono poche opportunità in Russia dove è difficile agganciare un nuovo cliente» afferma Fabiani. Secondo cui i consumatori russi guardano al prezzo molto più di quanto avveniva in passato. Per cui scarpe cinesi e turche sono avvantaggiate. Il rublo si è svalutato contro l'euro e permangono le difficoltà nell'incasso tra i vari canali bancari.

«Inoltre, siamo vittime di una incessante comunicazione diffamatoria nei confronti dei prodotti del nostro Paese» commenta lo stesso imprenditore che sta cercando di diversificare i mercati approcciando Svezia, Olanda e Stati Uniti. «Se dovesse finire la guerra, le prospettive sono buone perché c'è un ritorno della calzatura elegante. C'è fame di riscatto. E si potrebbe pensare ad una rinascita della scarpa fermana a Mosca. Se invece dovesse permanere questa situazione, non so per quanto tempo riusciremo a resistere» afferma lo stesso Fabiani.

Diversa la situazione in Ucraina: «Avevo 6 punti vendita di cui 4 sono stati distrutti. Un commerciante ha ripreso a vendere nel sottoscala della propria abitazione. C'è grande volontà di rinascere e tornare ad essere protagonisti» commenta Fabiani. Ma quali attese per Obuv? «Con questo clima di incertezza, è meglio non farsi grandi aspettative» afferma Gianfranco Butteri, presente a Mosca col marchio omonimo e con Lab Milano, realtà condivisa con il collega Ilasio Renzoni.

Le aspettative

«Micam Milano e la moda italiana ad Almaty, in Kazakistan, sono state in linea con le aspettative. Le collezioni che abbiamo presentato hanno ricevuto gli apprezzamenti della clientela per cui ci sono i presupposti per fare bene a Mosca. Tornare a casa con gli ordini sarebbe importante per far girare le manovie in un periodo particolarmente complesso, con le spese in crescita e aiuti e agevolazioni pubbliche ormai insufficienti. Sono ottimista di natura ma vedo che adesso è veramente dura. Per cui speriamo che l'Obuv possa essere un punto di svolta per la stagione» conclude Butteri.

La pelletteria

Anche nella pelletteria le aspettative sono in linea con l'andamento di mercato. Lorenzo Salvatelli, del marchio Carlo Salvatelli, cita un mercato in sofferenza, condizionato dalla situazione internazionale e dalla svalutazione del rublo nei confronti dell'euro. «Abbiamo aspettative realistiche in base alle difficilissime condizioni di mercato che stiamo affrontando. Ci siamo e non molliamo» osserva lo stesso Salvatelli.

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