Roma, la «banda dei nonni» che rapinava gli uffici postali: dalla riproduzione di chiavi al “palo”, ecco come agivano

Gli agenti della squadra mobile di Roma hanno arrestato un gruppo di 70enni

Roma, la «banda dei nonni» che rapina gli uffici postali: dalle riproduzione di chiavi al “palo”, ecco chi sono
Roma, la «banda dei nonni» che rapina gli uffici postali: dalle riproduzione di chiavi al “palo”, ecco chi sono
di Marta Giusti
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Venerdì 16 Febbraio 2024, 10:31

Le rapine, la fuga, gli arresti. La «banda del buco e dei nonni rapinatori»; sembra essere questa la descrizione del gruppo di sei persone, dall'età media di circa 70 anni, tre delle quali arrestate questa mattina dagli agenti della squadra mobile di Roma e del Centro operativo sicurezza cibernetica del Lazio per rapine commesse agli uffici postali della provincia di Roma. Le tre misure cautelari sono state eseguite per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine presso uffici postali, e altri 3 di concorso in rapina.

Nonni rapinatori, le indagini

 

Secondo le indagini coordinate dalla procura Capitolina il gruppo, composto da uomini di età compresa tra i 50 e i 75 anni, sarebbe responsabile dei furti avvenuti negli uffici postali a cui accedevano facendo fori nei muri.

Le indagini, che hanno interessato il territorio della Capitale e della provincia, hanno consentito di delineare con precisione i ruoli ricoperti dagli associati per i quali è stata disposta la custodia cautelare in carcere; il 75enne e il 70enne sono risultati capi e promotori dell'organizzazione, dove il primo svolgeva anche il ruolo di «palo», mentre il secondo, unitamente ad un 66enne, eseguiva materialmente le rapine.

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Nel corso dell'attività investigativa, è emerso come gli altri indagati in concorso, destinatari dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, avevano altre mansioni: un uomo di 68 anni si occupava della riproduzione di chiavi adulterine per poter accedere agli Uffici Postali o a locali attigui dove poi, altri due, rispettivamente di 53 e 50 anni, provvedevano a praticare fori per poi consentire ai complici di accedere all'interno delle filiali da colpire. Agli indagati ristretti in carcere, è stata contestata la commissione della rapina avvenuta il 3 maggio dello scorso anno, in zona San Giovanni; nello specifico, il 70 enne e il 66enne, armati di pistola, entrarono nell'ufficio postale, muniti di una chiave adulterina e, dopo aver minacciato la direttrice che era intenta a caricare lo sportello Atm, avevano asportato contanti per circa 195mila euro, con la collaborazione di un altro soggetto che aveva la mansione di «palo» all'esterno della filiale.

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Grazie a successivi accertamenti investigativi, è stato possibile monitorare le attività degli odierni indagati ai quali, a vario titolo, sono stati quindi contestati altri due tentativi avvenuti negli scorsi mesi di settembre e novembre, rispettivamente a Setteville di Guidonia e nel quartiere Tuscolano, dove il 70enne, il 66enne e il 75enne sono stati tratti in arresto in flagranza di reato mentre si apprestavano, armati di taglierino, a fare ingresso in una sede di Poste Italiane accedendo attraverso un «buco» praticato dai complici in un locale attiguo all'ufficio.

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