San Benedetto, chiesta una riforma
dei comitati di quartiere in forte crisi

Alcuni prersidenti di quartiere in Comune
Alcuni prersidenti di quartiere in Comune
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Lunedì 25 Gennaio 2016, 09:01 - Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 19:48

SAN BENEDETTO - Parola d’ordine: riforma. E’ questo il concetto che si ripete quando s’affronta l’argomento dei Comitati di quartiere. Le recenti dimissioni in blocco all’Agraria, le frizioni che hanno caratterizzato Porto d’Ascoli Centro e il caso di San Filippo Neri, con l’addio polemico del presidente Nicolino Piunti. Tre episodi che hanno riacceso la discussione su ruolo e funzioni delle 16 associazioni zonali cittadine. 

Già sul loro numero c’è chi s’arrovella, giudicandolo eccessivo per una realtà come San Benedetto. Ma il dibattito è aperto anche sul sistema elettorale che porta alla selezione dei direttivi. Oggi vige l’elezione diretta del presidente. “Un meccanismo che genera mostri” ha già detto il candidato alle primarie Pd Paolo Perazzoli, pronto a lanciare un piano di riordino dei Comitati. Tra gli attuali presidenti, poi, c’è chi punta a modificare il regolamento per rendere i direttivi più stabili e meno esposti a cadute. Va detto che sia l’assessore Spadoni sia i consiglieri Marinucci e Capriotti avevano tentato una riforma: tentativi arenatisi senza cogliere risultati.

Ora potrebbe riprovarci il capogruppo del Pd Claudio Benigni: “Per quanto mi riguarda - ha detto Benigni in una recente conversazione su Facebook - sono disponibile a rivedere e migliorare il regolamento, prima della fine del mandato qualora la tempistica lo consentisse, se non altro per abolire un’errata impostazione leaderista, laddove presente; meglio definire il ruolo del presidente che non può e non deve essere una controfigura del consigliere comunale; dare più forza alle richieste provenienti per vie ufficiali dai comitati”.

Ancora più spinto è il presidente del Paese Alto: Credo che l’istituto dei Comitati debba essere sostituito dai referenti di quartiere - ha detto Alessandro Ribeca - e che questi si debbano occupare solo delle questioni segnalate durante le assemblee, avvalorate dalla maggioranza”. Inoltre, secondo l’ex presidente dell’Agraria, Carmine Bosica, i comitati andrebbero organizzati su adesioni spontanee, abolendo le elezioni che possono essere motori di contese personali e politiche. “Sono il primo a sostenere che i Comitati di quartiere dovrebbero essere formati liberamente senza elezioni e avere, come d’altronde hanno già, solo scopo volontaristico. - chiosa Andrea Sanguigni, presidente del Ponterotto - Il problema è alla radice: se l’amministrazione ascoltasse e prendesse in esame le proposte fatte dai comitati allora poi sì che si potrebbe prendere in considerazione anche questo problema dell’elezione”.
 
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