Per gli studiosi classici è il mostro mitologico ucciso da Ercole, per gli astronomi è una costellazione – anzi due, visto che esistono l’Idra maschio e l’Idra femmina – mentre per l’araldica è una figura chimerica.
E, a seconda della propria visione politica, Idra è anche il simbolo del regime da abbattere. Per l’industria invece Idra è il nome di un’azienda che ha sede a Travagliato, a 15 minuti da Brescia, storicamente uno dei centri italiani di eccellenza nella metallurgia. Idra è un’azienda che rappresenta bene questa tradizione industriale perché è nata nel 1946 – ma dal 2008 appartiene alla cinese L.K. Technology Holding Ltd. – e si descrive come «punto di riferimento tecnologico in Italia, in Europa e nel mondo per la pressocolata di leghe non ferrose». La definizione è tutt’altra che velleitaria, non solo perché ha sedi in Nordamerica, Messico, Germania e Cina, ma perché il nome di Idra è annotato ormai sui taccuini dei manager più importanti del mondo dell’auto insieme alla sua tecnologia: gigacasting, che in italiano potrebbe essere tradotto in megapressofusione. Idra produce in pratica enormi macchine con le quali possono essere ricavati pezzi di grandi dimensioni e dalle forme complesse altrimenti producibili solo assemblando molti componenti più piccoli attraverso diversi metodi di giunzione come saldatura, rivettatura o incollaggio.
AL LAVORO DAL 2014
L’azienda bresciana ha iniziato a lavorare alle gigapresse nel 2014, ma solo nel 2018 ha consegnato la prima.
VENTI GIÀ CONSEGNATE
In questo caso parliamo di un mostro lungo 26 metri, largo 8,4 e alto 7,7 metri. Il primo cliente è stato Tesla che, a quanto sembra, ha già 14 gigapresse, due delle quali dedicate al Cybertruck. I contratti acquisiti sono in tutto 25 per 21 macchine già consegnate, dunque ci sono già altri clienti (Hyundai e Volvo) che si stanno servendo dalla Idra, altri che stanno valutando (Ford) mentre altri ancora che hanno preferito affidarsi ad altri fornitori (NIO, General Motors, Toyota e Volkswagen) dopo aver valutato sulla bilancia i pro e i contro di questa tecnologia che permette di ricavare pezzi molto più economici da produrre e resistenti, ma inevitabilmente più standardizzati, e che richiede investimenti non trascurabili insieme a una riorganizzazione sia dei flussi sia degli spazi all’interno degli impianti produttivi. I benefici stanno però evidentemente convincendo sempre di più e, a quanto pare, Idra ha già pronte macchine ancora più potenti in grado di lavorare a 16.000 tonnellate.
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