Roma, Mourinho: «Con il Milan porto gli stessi di Cagliari. Questa è una piazza difficile, non siamo protetti»

Roma, Mourinho: «Con il Milan porto gli stessi di Cagliari. Questa è una piazza difficile, non siamo protetti»
Roma, Mourinho: «Con il Milan porto gli stessi di Cagliari. Questa è una piazza difficile, non siamo protetti»
di Gianluca Lengua
5 Minuti di Lettura
Sabato 30 Ottobre 2021, 15:33

José Mourinho non annuncia la formazione anti-Milan (resta il ballottaggio Mkhitaryan-El Shaarawy), ma svela che i convocati saranno gli stessi che sono partiti per Cagliari, a eccezione di Volpato. Lo Special One lascia a casa ancora una volta Mayoral, Villar e Diawara e porta con sé i ragazzini della Primavera. Poi, una stoccata all’ambiente: «Siete bravi a trovare la situazione più negativa, è un po’ come i giocatori non convocati. Sarebbe più facile dire che una squadra come la Roma ha sei o sette giocatori in panchina con meno di 20 anni. Magari adesso comincio a capire perché la piazza di Roma è difficile, perché di solito negli altri club senti sempre più protezione e positività con la gente di casa. A Roma magari è più difficile anche per questo, però, è divertente anche così». 

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Mourinho: «Con il Milan porto gli stessi di Cagliari. Questa è una piazza difficile, non siamo protetti»

Sfida inedita tra lei e Pioli, pensa possano esserci similitudini tra i vostri percorse? Cosa rappresenta questa sfida contro il Milan?

«A me piace giocare contro i migliori e penso di trasmettere bene ai miei giocatori questa sensazione.

Mi piace giocare con chi è forte ed è più in alto in classifica. Nei due anni in cui ero in Italia, lui non era in Serie A, le nostre squadre non hanno mai giocato contro e avrò il piacere di salutarlo prima e dopo la partita. Il lavoro che sta facendo potrà avere qualche somiglianza con quello che devo fare io qui, ma la mia sensazione è che lui ovviamente ha merito in quello che sta facendo, però, mi sembra che stiamo parlando di un lavoro di società. Da fuori mi sembra che dietro di lui ci siano delle persone come Maldini e una struttura buona e stabile, una rosa che cresce finestra dopo finestra di mercato. Se paragoniamo la squadra che aveva appena è arrivato e adesso, ci accorgiamo che ora giocano in Champions e sono primi in classifica». 

Torneranno i giocatori non convocati?

«I giocatori convocati sono gli stessi dell’ultima partita, meno Volpato che ha giocato ieri 90 minuti. Ovviamente i risultati della Primavera non sono la cosa più importante per noi, però, non mi piace distruggere la squadra di Primavera».

Mkhitaryan ha avuto una fase di appannamento nelle ultime settimane, cosa sta succedendo? Rimane uno dei fedelissimi per la partita di domani?

«Fedelissimi sono tutti quelli che stanno nella rosa. Devono cominciare con undici e dodici in panchina anche se sono tanti. Non posso convocare tutti. Mkhitaryan sta facendo bene, non è più un ragazzino, non è più un venticinquenne, ha giocato domenica contro il Napoli, poi contro il Cagliari 45 minuti. Ha avuto quel colpo, avevo bisogno di più profondità con El Shaarawy che mi piace tanto. Fedelissimo non è chi gioca, fedelissimi si è sempre. Se gioca? Non rispondo. Fuzato per me è uno fedelissimo e non ha giocato ancora un minuto, se gioca o gioca non Micky è una storia diversa».

Sarà la stessa formazione?

«Se non è la stessa è simile, nel Milan ci sono Ibra, Giroud, Krunic, Bennacer, Brahim, Romagnoli, per noi è facile. Se si sbaglia, si sbaglia uno o due non cinque o sei».

Come sta Spinazzola?

«Sta bene, lo specialista che lo ha operato è stato qui due giorni per controllare tutta la situazione con il nostro dipartimento medico. Tutto va bene, non ci sono passi indietro. Però non voglio dire quando gioca, preferisco parlare solo delle notizie positive» .

Nelle ultime quattro giornate la Roma ha subito solo due gol segnandone quattro, cosa è cambiato?

«Vogliamo segnare di più e subire di meno. Due a quattro è una media positiva, quattro a quattro no. Contro la Juventus ne abbiamo segnato uno, ma contro squadre di qualità non è facile segnare. Andiamo a giocare ogni partita per vincere, per farlo devi essere equilibrato e difendere bene. È importante avere una buona organizzazione difensiva, stiamo migliorando ma poco a poco». 

Negli ultimi tre scontri diretti un punto, domani serve la vittoria?

«Serve sempre, non è il Milan. Contro il Napoli si è vista una squadra che fino all’ultimo minuto voleva vincere, che si giocava la vita. Non cambia nulla, domani con il Milan, poi sarà con il Venezia. Io non posso dire nulla di più, magari non vinciamo, ma nessuno mi proibisce di entrare in campo con la voglia di vincere. Questa è una cosa che porta gente allo stadio perché anche dopo la sconfitta a Verona o con Lazio o la vergogna di Bodo, la gente è venuto allo stadio. Certo ci sarà una componente legata alla passione e al sangue, ma anche per un atteggiamento della squadra. Noi questo non lo cambiamo». 

Tanti gol arrivano dai cross, come si difende in queste circostanze?

«Prima di tutto non lasciando entrare la palla. È difficile per una squadra avere il controllo totale per 90 minuti. In campionato è possibile, qui non lo vedo così. C’è sempre un momento della partita in cui il blocco si abbassa per merito degli avversari e poi ci sono i giocatori di qualità. Il Milan ha Ibra e Giroud che per il loro fisico e dominio nello spazio sono difficili da marcare». 

Come mai la squadra subisce gol nei primi 20 minuti del secondo tempo?

«Potevi anche dire che entriamo bene e non subiamo gol. Per un allenatore sarebbe più frustrante subire gol subito. Siete bravi a trovare la situazione più negativa, è un po’ come i giocatori non convocati. Sarebbe più facile dire che una squadra come la Roma ha sei o sette giocatori in panchina con meno di 20 anni. Magari adesso comincio a capire perché la piazza di Roma è difficile, perché di solito negli altri club senti sempre più protezione e positività con la gente di casa. A Roma magari è più difficile anche per questo, però, è divertente anche così». 

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