C'è riuscito un'altra volta. L'uomo delle missioni impossibili, Ranieri, ha riportato il Cagliari in serie A. A 71 anni Sir Claudio si regala e regala ad un'isola intera un'emozione paragonabile ad un altro scudetto. Per come è arrivata, sofferta, come è la storia di un allenatore che non avrà vinto tantissimo ma come pochi ha lasciato il segno. Ovunque è andato. A Roma, non vincendo per una gara, quella contro la Sampdoria, un campionato meritato che ancora dopo 13 anni non si capisce come i giallorossi abbiano perso. A Leicester, in una favola da Cenerentola, che da poco si è risvegliata dal sogno retrocedendo dopo anni in Championship. Ma non solo. Ranieri è stato ovunque. E ovunque si ricordano di lui. Dopo aver allenato Vigor Lamezia, Campania Puteolana, Cagliari, Napoli e Fiorentina (riportandola in A), nel 1997 è stato uno dei primi allenatori italiani a provare l'avventura all'estero.
IL GIRAMONDO
Si trasferisce così a Valencia.
E invece, quando meno te l'aspetti, piazza sempre la zampata. Con classe, of course. Anche ieri, tra le lacrime che a fatica stava trattenendo, il primo pensiero lo ha avuto per il tecnico del Bari e per i 54mila del San Nicola. Ranieri è fatto così. Capace di commuoversi quando all'Olimpico la Curva Sud gli regala uno striscione inatteso che per lui, vale più di 10 scudetti: «Nel momento del bisogno hai risposto presente e adesso ricevi l'omaggio della tua gente». Del resto Sir Claudio è fatto così: chi ha bisogno lo chiama e lui risponde presente. Sempre. In Inghilterra lo deridevano chiamandolo "Mr. Tinkerman", l'indeciso, quando allenava il Chelsea dell'era pre-Mourinho. Hanno cambiato idea da tempo. Oggi, con l'innesima impresa in una carriera incredibile, è arrivata soltanto l'ennesima conferma.