Serena Rossi, Beata te: «Un Natale femminista: più libertà per le donne»

Serena Rossi
Serena Rossi
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Venerdì 23 Dicembre 2022, 09:45 - Ultimo aggiornamento: 09:49

L'Arcangelo Gabriele si presenta a casa della neoquarantenne single Marta, le parla con dolcezza poi mette un cuscino a terra, si inginocchia, apre le ali enormi e zeppe di piume bianche e soffici e le annuncia che è lei la «prescelta» dell'anno per avere un figlio. Marta è sbigottita, incredula, spaventata. Non ha mai pensato di diventare mamma, ma pian piano accoglie questa insolita visita come una benedizione per riflettere sul desiderio di maternità, sui suoi affetti e sui suoi obiettivi professionali.

Su queste basi si fonda la commedia di Natale «Beata te», nuovo film Sky Original scritto da Lisa Nur Sultan e Carlotta Corradi, diretta da Paola Randi e prodotto da Cinemaundici e Vision Distribution in onda su Sky Cinema e in streaming su Now dal 25 dicembre. La storia, tratta dall'opera teatrale «Farsi fuori» di Luisa Merloni, affronta con sguardo ironico e delicato il tema della pressione sociale che mette le donne di fronte al «dubbio amletico» di avere o non avere figli. Nel ruolo di Marta c'è Serena Rossi, mentre in quello dell'Arcangelo Gabriele che parla con accento argentino («come il Papa in corso»), c'è l'esilarante Fabio Balsamo, dei The Jackall.

Serena, l'argomento maternità è tornato ad essere divisivo, con la legge sull'aborto sotto attacco in Italia come in America.
«Trovo molto bello che sempre più persone si esprimano anche su questo tema. Si sono mosse tante cose, anche grazie ai social. Ognuno può dire la sua opinione. Ma c'è una rivoluzione femminile in atto. Le donne stanno portando alla luce tante cose. La vita è una sola: credo nella libertà delle persone e non giudico, eppure si viene ancora giudicati troppo».

Marta è una donna libera, ha tante amiche, fa la regista teatrale e sta per portare in scena «Amleto». Cosa l'ha conquistata del personaggio?
«Quando ho letto la sceneggiatura, la storia mi è piaciuta subito. Mi piaceva l'idea di raccontare una donna lontana da me ma portatrice di un messaggio importante: la libertà di scelta proprio mentre in Afghanistan le donne non possono andare all'università e in Iran se ti togli il velo ti ammazzano».

Ha sperimentato sulla sua pelle il problema della pressione sociale in tema di maternità?
«Sì, è un problema che esiste. A me ora chiedono: Quando arriva il secondo figlio?. Le persone pensano di dire cose carine, senza sapere cosa c'è dietro. Nella mia professione mi era stato addirittura sconsigliato di fare figli.

Mi è stato detto: Poi esci fuori dal giro! Farai più fatica. Invece io ho voluto un figlio. Non potevo mettere da parte il mio desiderio di donna. Sono stata fatalista e da quanto è nato Diego, il mio percorso professionale è decollato. Ma non è sempre così, bisognerebbe dare molta più assistenza alle mamme».

In questi giorni sta girando «Uonder boys» fantasy per Disney+, presto sarà il momento di «Mina Settembre 3». Ma come è andato il lavoro su questo set?
«Non sempre quando si fa un film divertente ci si diverte nel farlo, ma questa volta abbiamo riso tanto. La scena dell'annunciazione era lunga, come un balletto, e aveva una messa in scena complicata, ma è stato divertente farla. Esilarante, avevo le lacrime. Non potevo guardare Fabio in faccia, era difficile concentrarsi. Beata te è una commedia rassicurante, calda, adatta a tutti, garbata, pulita. È il primo film in cui recito che farò vedere a mio figlio. Lui è anche un fan di Fabio Balsamo. So che mi farà un sacco di domande».

Qualcuno l'ha definita una «commedia femminista». È d'accordo con questa definizione?
«La parola femminista mi sembra superata. Io inconsciamente lo sono, ma penso di esserlo attraverso la gentilezza che sto insegnando a mio figlio. Da attrice questo è il mio contributo a risvegliare alcune coscienze, ma forse non ci dovremmo neanche meravigliare di fronte a una donna che sceglie. È una cosa normale».

Quale è il tuo rapporto con la religione?
«Sono pigra, forse pragmatica, ma non vado a fondo su questo argomento. Ho ricevuto un'educazione cattolica, ma non pratico: penso che qualcosa esiste lassù, ma non so bene cosa».

Come vive il Natale?
«È una tradizione da cui non si scappa. Sono quasi prepotente nel portarla avanti: nel cantare Tu scendi tra le stelle la sera del 24 dicembre, nel fare la processione con le candele accese e portare Gesù bambino nel presepe. Il più piccolo della famiglia bacia Gesù bambino. Generalmente lo trascorro a Napoli, quest'anno a Roma. L'atmosfera è quella di Natale in casa Cupiello:a proposito, il ruolo che sogno di interpretare è quello di Filumena Marturano, Eduardo è Eduardo, non c'è niente da fare. Per me questo è il periodo più bello dell'anno, torno bambina. Mi rende felice il pensiero dell'aggregazione, mi piace fare i regali più che riceverli: li ho preparati un mese fa. Anche se ho un bimbo in casa, a Natale la bimba sono io». 

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