Mollica, la fantasia oltre la vista: racconta Pazienza e disegna il mondo di Poldo. Lo storico giornalista Rai mette in mostra le sue opere a San Benedetto

Il giornalista mette in mostra le sue opera a San Benedetto
Il giornalista mette in mostra le sue opera a San Benedetto
di Laura Ripani
3 Minuti di Lettura
Martedì 9 Aprile 2024, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 11 Aprile, 07:31

Un giornalista diventato a sua volta personaggio, una trasmissione DoReCiakGulp, che per 22 anni spesso in coda al Tg1, ha deliziato gli italiani portandoli a conoscere il mondo della cultura con educazione e leggerezza. Vincenzo Mollica è stato indubbiamente un uomo fortunato per aver potuto conoscere da vicino i più importanti personaggi italiani e non solo. Un cronista televisivo di spettacolo con una quarantennale esperienza, che ha deciso di raccontare tutto ciò che ha vissuto, le personalità che ha incontrato, quello che ha capito e imparato.

L’incontro

“Poldismo e... tracce di Boopismo” è la mostra che ha inaugurato personalmente a San Benedetto sabato scorso e che da oggi apre al pubblico fino al 5 maggio in Palazzina Azzurra. Un luogo quello rivierasco che non gli è alieno. E il motivo l’ha spiegato egli stesso stesso non senza la commozione che gli è propria. «È stato Andrea Pazienza a portami qui, mostrandomi i luoghi a lui più cari».  

Tra questi anche il Faro di San Benedetto, una delle tavole che compaiono al pian terreno della mostra e che lo stesso Mollica ha voluto donare al sindaco di San Benedetto Antonio Spazzafumo per la città. Già, Paz. Un rapporto strano il loro. Quello tra un uomo tutto genio e sregolatezza, nato a San Benedetto e il giornalista compassato, dal 1980 alla Rai, ta Tv di Stato. eppure pieno di tenerezza, con aneddoti che lo stesso Mollica ha raccontato come i peluche che l’autore di Zanardi regalò a sua figlia, uno ogni mese di gravidanza della moglie.

Nasce anche da qui, da questa frequentazione la mostra delle opere di Mollica inaugurata nella città delle palme.

Il valore

«Negli anni che mi sono toccati finora - dice Mollica -, ho disegnato a corrente alternata, quando la vista e la fantasia me l’hanno consentito. Disegno fin da quando ero bambino senza sapere disegnare. Perché l’abbia fatto non riesco ancora a capirlo. So solo che disegnare mi fa stare bene, mi porta lontano dal mondo. Non ho mai vissuto il disegno come una merenda fuori programma. La parola arte non si addice a questi scarabocchi, sono solo un artificio per consentire una piacevole sopravvivenza. Vederli, però, mi dà serenità, non li ho mai rifiutati. Piuttosto li ho nascosti e sempre amati. Ora è giusto che vivano una breve libera uscita, il tempo di prendere un po’ di luce».

La suddivisione

La mostra di 80 pezzi è allestita su entrambi i piani della Palazzina Azzurra grazie all’opera di Vittorio Ciarocchi dell’associazione LeArt. Al pian terreno ci sono tutte le tavole dedicate al Poldismo: da Braccio di Ferro a Olivia, Pisellino e così via. Al piano rialzato quelle della collezione I ritratti infondati, della Cartolibreria e dedicati a Betti Boop.

Paperika

Nella stanza più a est campeggia il pupazzo di Paperika, una sorta di Paperinik con le sembianze dello stesso Mollica, disegnato da Andrea Pazienza e a lui dedicato. Sono in tutte le opere di Paz in mostra in questa sezione.

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