Servillo, Girotto e Mangalavite a Macerata Jazz con “L’anno che verrà”, i brani immortali di Lucio Dalla

Servillo, Girotto e Mangalavite a Macerata Jazz con “L’anno che verrà”, i brani immortali di Lucio Dalla
Servillo, Girotto e Mangalavite a Macerata Jazz con “L’anno che verrà”, i brani immortali di Lucio Dalla
di Massimiliano Viti
3 Minuti di Lettura
Domenica 3 Dicembre 2023, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 5 Dicembre, 07:17

MACERATA -Le canzoni di Dalla reinterpretate in chiave latina. Giovedì, 7 dicembre, alle ore 21,15 al Teatro Lauro Rossi, nell’ambito di Macerata Jazz, si esibirà il trio composto da Peppe Servillo alla voce, Javier Girotto al sax soprano e baritono e Natalio Mangalavite al pianoforte, tastiere e voce. Che presenterà il progetto “L’anno che verrà, canzoni di Lucio Dalla”.


Il disco


«Abbiamo realizzato il disco durante il lockdown. La Aterballetto aveva invitato più volte me e Javier (Girotto, ndr) a realizzare questo progetto. E durante la pandemia abbiamo avuto il tempo per farlo», spiega Servillo. Merito dei brani immortali di Dalla, ma anche di chi poi li ha riarrangiati e li esegue. «Abbiamo dato una rilettura personale in chiave latina, che presumiamo a Dalla sarebbe piaciuta. Natalio e Javier frequentano il linguaggio dell’improvvisazione, familiare al cantautore bolognese», prosegue il leader degli Avion Travel. Che sottolinea anche la «sobrietà della proposta, con pianoforte, sassofono e voce che fa emergere il valore dei testi e delle melodie dei brani di Dalla».


La rilettura


Le difficoltà di rileggere un autore sono note ed evidenti. Servillo le riassume così: «Si rischia di appiattirsi troppo o viceversa di tradire presuntuosamente l’autore». Ma il musicista e attore, fratello di Toni, rende merito a Dalla: «Dobbiamo iniziare a considerare questa generazione di autori importanti. Che merita di entrare a pieno titolo nella tradizione della canzone italiana. Per non far sì che vengano ricordati solo in occasione degli anniversari. Bisogna suonarli. Al di là del ruolo che hanno le cover band».

Il giovane Dalla si fece notare nella scena musicale felsinea col suo clarinetto jazz. Ma quello maceratese lo possiamo definire un concerto jazz? Chiarisce i dubbi lo stesso Servillo: «Sarà anche un concerto jazz. Ci sarà improvvisazione, nel rispetto delle melodie e dei testi. E ci sarà il linguaggio jazzistico. Perché il jazz è forse estraneo alla canzone e alla musica popolare? Non lo è per ragioni storiche. Non facciamo nulla di nuovo ma perpetuiamo una tradizione che ci alimenta ancora oggi».


Il confronto


La musica offre sempre un confronto tra passato e presente. Molti musicisti, soprattutto i più esperti, rilevano un significativo cambiamento nella produzione e nella fruizione della musica a causa del digitale. E considerano il livello medio del panorama musicale attuale poco interessante e piuttosto piatto. Ma, fa notare Servillo: «Si vendono più strumenti musicali. E il vinile ha ripreso vigore. È certo che l’ascolto è cambiato. Però quando la musica diventa teatro, come cerchiamo di fare noi da tempo, l’ascolto acquista un valore enorme. Meno talenti in giro? Questo non lo so. Sicuramente è più complicato scovarli e farli emergere. Perché è più difficile dar loro una chance. Non incidono dischi e poi fanno i concerti. E sono diminuiti i locali dove possono suonare. Per cui l’esibizione live acquista valore. È stato così per i Maneskin e probabilmente per molti altri. Speriamo che il teatro dia sempre più spazio anche alla musica pop e popolare. Penso possa essere un modo per avvicinare il pubblico alla musica ed “educarlo” ad una sensibilità musicale».

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