Pesaro, il monito del presidente Paolini e del direttore Domenicucci: «Provincia, sulla sede nessuna campagna elettorale»

Pesaro, il monito del presidente Paolini e del direttore Domenicucci: «Provincia, sulla sede nessuna campagna elettorale»
Pesaro, il monito del presidente Paolini e del direttore Domenicucci: «Provincia, sulla sede nessuna campagna elettorale»
di Letizia Francesconi
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Giovedì 11 Gennaio 2024, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 12:11

PESARO Accordo vicino fra Provincia e Bankitalia per il trasferimento - con vendita - della sede della Provincia da via Gramsci a via Rossini nel palazzo che ha ospitato gli uffici dell’istituto di credito fino al 2015. Un’operazione legata alla successiva vendita dell’attuale sede. Ma solo a trattative concluse uscirà poi il bando che metterà sul mercato l’immobile grazie al cambio della destinazione d’uso urbanistica del complesso. La road map nelle parole del presidente della Provincia Giuseppe Paolini e del direttore generale Marco Domenicucci. «Una nuova sede serve per rispondere a necessità oggettive ma non ci spostiamo dal centro storico né consumiamo altro a suolo - rimarcano - l’alienazione è l’unica strada percorribile, stando ai costi esorbitanti per mettere a norma l’edificio di via Gramsci».

Chiarimento

Una presa di posizione quella di Paolini e Domenicucci per fare chiarezza nel dibattito innescatosi sul futuro del palazzo di via Gramsci.

Giusto pochi giorni fa un gruppo di architetti pesaresi era uscito ufficialmente per dire no all’abbattimento e invitando a tutelare l’attuale sede da una variante che consentirà appartamenti e negozi. «Capisco che tutto serva in vista della tornata elettorale – interviene il presidente della Provincia - ma dico di fare basta sulla campagna politica per la nostra sede. Smonto subito le congetture, che sono emerse negli ultimi giorni, perché è stato detto che vogliamo radere al suolo tutto, oltretutto nessuno dei professionisti pesaresi, ci ha mai contattato né coinvolto. Niente di più lontano dalla realtà». Punto primo: «Noi non usciremo dal centro storico. Al massimo ci sposteremo di pochi metri, in una sede più adatta e funzionale». Ancora: «Abbiamo sempre detto che il “Palazzo vecchio”, attuale sede degli uffici tecnici in via Gramsci, sarà utilizzato per il liceo Mamiani. Operazione che ci consentirà di fare respirare il Campus, su cui ci sono problemi di spazi per le aule». Infine: «E’ stato ribadito in ogni occasione, inclusa la commissione consiliare Edilizia, che la sala Bei e la Sala Pierangeli non si toccano e resteranno ad uso pubblico. Fornendo tutte le rassicurazioni del caso. Alla faccia della speculazione edilizia. Aggiungo un dato: avevamo un terreno di nostra proprietà a Villa Fastiggi, ma per evitare consumo di suolo abbiamo fatto altre scelte», puntualizza il presidente.

I contatti

Sull’interesse per la sede di BankItalia interviene Domenicucci: «L’edificio è solido, in muratura, ha un struttura migliore e non richiederebbe lavori pesanti. Tutti gli uffici sarebbero concentrati in un unico Palazzo. Entro il 15 gennaio abbiamo un incontro. Stiamo attendo le ultime documentazioni: ci chiedono due milioni e 800mila euro per l’acquisto ma siamo in trattativa. Il nostro interesse c’è, tant’è che lavoriamo per chiudere la partita a 2 milioni e mezzo. Ci sono altri gruppi interessati a prendere l’immobile di via Rossini, certamente in una posizione strategica ma BankItalia ha assicurato che il nostro Ente ha la precedenza». Nel frattempo, è stata richiesta la variante per il Palazzo di via Gramsci «proprio per evitare che l’edificio restasse un contenitore vuoto – osserva Paolini - una volta abbandonato dalla Provincia. La nuova destinazione valorizza il bene ampliando la destinazione d’uso. Che estende le possibilità consentendo non solo gli uffici».

La prescrizioni

Sulle prescrizioni della Soprintendenza: «Era il vecchio Prg che prevedeva demolizione e ricostruzione o restaurazione sul Palazzo di via Gramsci. Non l’abbiamo fatto noi. Con la richiesta di variante, anzi, abbiamo adesso scongiurato il rischio demolizione perché la Soprintendenza, che in passato aveva ritenuto di non mettere vincoli, si è rimessa in moto». Ponendo il vincolo di “ristrutturazione con divieto di demolizione e ricostruzione”. «La sagoma all’esterno dovrà rimanere la stessa? A noi questo non dispiace. Una sede universitaria? Ben venga se possibile. Ma ripeto: noi non abbiamo chiesto nessuna demolizione né vogliamo fare nessuna speculazione edilizia».

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