Due fronti
«In realtà stiamo ancora lavorando su due fronti, ma l’affare con l’istituto di credito non si riesce a chiudere per alcune criticità - spiega il direttore generale della Provincia Marco Domenicucci -. Abbiamo eseguito dei sopralluoghi insieme alla società immobiliare che fa capo alla Banca d’Italia per verificare le condizioni dell’edificio. Ci è sembrato molto datato. Si è richiesta pertanto alla proprietà la documentazione sulle indagini statiche e sismiche dell’immobile che, essendo del 1964, ha problemi di messa a norma che richiedono notevoli spese di adeguamento. Inoltre ci sono difficoltà di parcheggio, del resto siamo in pieno centro storico e poi perché il garage è assai ridotto, solo per quattro o cinque auto. Un palazzo prestigioso, insomma, ma molto scomodo e oneroso. Vogliamo uscire dal cuore della città con tutti i problemi che comporta per i dipendenti, ma soprattutto per l’utenza che si è rafforzata con i nuovi servizi offerti dall’ente». La Provincia volta dunque pagina e si concentra su un nuovo progetto che dovrebbe rappresentare la chiave di volta dell’operazione per il trasloco da viale Gramsci.
«Alternativa valida è un terreno dell’Aspes alla Torraccia con la quale siamo in trattativa - sottolinea Domenicucci -, anche loro vogliono trasferirsi da via Mameli e stanno pensando a una nuova sede nei pressi della Vitrifrigo da costruire insieme a noi.
L’impegno
Nel frattempo la Provincia è impegnata a trovare le risorse necessarie attraverso la vendita di viale Gramsci: «Abbiamo approvato una richiesta di variante al Prg affinché il Comune allarghi il ventaglio delle destinazioni d’uso della nostra sede - fa notare Domenicucci -, non solo uffici, ma anche residenze e commercio, per rendere l’edificio più appetibile e ampliare i potenziali interessati. Siamo in attesa quindi della modifica urbanistica e poi procederemo con la stima del valore per poi mettere i palazzi sul mercato».