I numeri
Per i locali di 200 metri quadrati di proprietà della Bnl, a due passi da piazza del Popolo, sono stati richiesti prima 40.000 euro di affitto all’anno, scesi dopo la trattativa del Comune a 20.000 euro, più le spese di condominio, le bollette di acqua, luce e gas, infine la Tari per i rifiuti e altre incombenze. In totale sono stati calcolati dalla Confesercenti non meno di 4.000 euro all’anno da sborsare a testa, mentre adesso per il chiostro del San Domenico le spese vive sono pressoché simboliche, qualche centinaia di euro annue a carico di ciascun operatore. Fatta una botta di conti dopo l’incontro con l’assessore alle Attività economiche Francesca Frenquellucci, gli ambulanti hanno concluso che non ci stanno dentro con i costi, neppure mettendosi in società per stipulare contratti unificati di tre anni (la durata del recupero al San Domenico), dividendosi le spese.
E adesso?
«La fioraia ha fatto marcia indietro perché l’incasso giornaliero non glielo permette - afferma Enrico Bodini, coordinatore del Mercato delle erbe -, stesse difficoltà per uno dei banchi di frutta e verdura, mentre l’ambulante dei formaggi ha detto che ci sarebbe solo un paio di volte alla settimana e quello del miele chiede una piccola postazione davanti all’ingresso.
Il rebus
«Le altre proposte non sono alternative valide - mette in chiaro Davide Ippaso, responsabile sindacale Confesercenti -, c’è stata massima disponibilità da parte dell’assessore Frenquellucci, che si è prodigata in maniera esemplare, ma il problema è a monte, nel progetto di ristrutturazione del San Domenico alcuni amministratori hanno fatto i conti senza l’oste. Nel finanziamento del Pnrr si dovevano prevedere risorse anche per spostare del mercato. A volte chi commissiona i piani non conosce il territorio, è mancata lungimiranza».
Ippaso sta soppesando sedi temporanee da proporre al Comune. «Vogliamo andare a fare uno sopralluogo nel cortile del vecchio tribunale, in via San Francesco, e potrebbero tornare in ballo i giardini Riz Ortolani. Agli ambulanti piacerebbe piazzale Matteotti, nell’area della domus romana. In realtà dovrebbero continuare a pagare quel che sborsano adesso perché non sono loro che se ne vogliono andare, il resto se lo dovrebbe accollare il Comune che li ha sfrattati».