Antenna 5G nel parco del San Bartolo, il Comitato al Comune: «Spostatela»

Antenna 5G nel parco del San Bartolo, il Comitato al Comune: «Spostatela»
Antenna 5G nel parco del San Bartolo, il Comitato al Comune: «Spostatela»
di Letizia Francesconi
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 12 Luglio 2023, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 13:10

PESARO - Una missiva urgente indirizzata al sindaco Matteo Ricci e alla sua giunta per chiedere lo spostamento del “cilindro” 5g della discordia a Fiorenzuola e per stoppare sul nascere altre nuove stazioni radio-base che le società Vodafone e Iliad hanno già richiesto al 31 marzo nel territorio del parco San Bartolo. Così si è espresso il comitato Fiorenzuola-Parco San Bartolo contro il 5g, che annuncia la richiesta indirizzata al Comune per un provvedimento di revoca in autotutela, tanto più dopo aver preso visione dell’ultimo Piano di rete che elenca quartiere per quartiere, le domande presentate in Comune dai gestori della telefonia mobile.


Non si molla


Dopo un periodo di “calma apparente” il comitato non molla la presa e annuncia anche un convegno aperto ad enti locali, esperti e cittadinanza a settembre.

Nessun ricorso al Tar almeno per ora, contro l’antenna “cotton fioc” di Focara ma si cerca la mediazione. Sul fronte del Comune invece, l’assessora all’Ambiente Maria Rosa Conti, conferma entro fine luglio l’affidamento diretto dell’incarico di revisione al Piano comunale di rete per la telefonia mobile alla società esterna pisana Polab. La missiva: l’avvocato Maurizio Terenzi, portavoce del comitato civico ha in mano la lettera indirizzata al sindaco per chiedere di aprire formalmente un dialogo. «Per ora abbandoniamo la strada del ricorso al Tribunale amministrativo – spiega il legale – anzitutto perché in tema di opposizioni e ricorsi alla liberalizzazione del 5g e nei confronti dei colossi della telefonia, c’è ad oggi una giurisprudenza fatta di sentenze non favorevoli, e dall’altra va considerato che il cilindro di Fiorenzuola praticamente ha ottenuto per la quasi totalità degli enti competenti ad esprimersi, il rilascio di un parere favorevole. Su tutto un dato: il cilindro di 27 metri a fianco al cimitero di Fiorenzuola non è ad oggi in funzione dopo oltre due mesi dalla sua installazione, e per questo riteniamo che ci siano le condizioni tecniche e giuridiche per chiedere e ottenere il suo spostamento».

L’iter: «Si confida – entra nel merito l’avvocato – che l’Ente, accortosi dell’eventuale errore fatto rilasciando il titolo unico ad impiantare quell’antenna con quel cilindro in un borgo storico e dentro un’area naturalistica protetta, addotti a seguito delle nostre istanze e delle nostre posizioni che documenteremo, un provvedimento di revoca in autotutela». 


Al lato pratico significa, applicando le norme del diritto amministrativo, che la pubblica amministrazione e quindi il Comune, potrebbe annullare o revocare provvedimenti amministrativi già adottati. Ci si rivolge direttamente ad Amministrazione e Soprintendenza, per chiedere di correggere e rivedere il parere espresso dato a suo tempo. «Un’azione di questo tipo – conclude Terenzi – ricorre quando la pubblica amministrazione rivede la propria determina ancora prima che vengano revocate dai giudici, in violazione di legge. Abbiamo infatti ravvisato alcuni elementi non corretti nelle procedure di richiesta e di autorizzazione rilasciate per la maxi antenna, che stiamo approfondendo proprio su tematiche edilizie, urbanistiche e non da ultimo paesaggistiche».


La richiesta del comitato è chiara: non solo far rimuovere quell’antenna ma dire no e opporsi anche alle altre antenne richieste.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA