Omicidio Bruzzese, Rocco Versace rifiuta di farsi interrogare: «Farò solo dichiarazioni spontanee». Il tecnico dei suoi legali: mai stato a Pesaro

La sentenza potrebbe arrivare in primavera

Omicidio Bruzzese, Versace rifiuta di farsi interrogare: «Farò solo dichiarazioni spontanee»
Omicidio Bruzzese, Versace rifiuta di farsi interrogare: «Farò solo dichiarazioni spontanee»
di Luigi Benelli
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Giovedì 29 Febbraio 2024, 02:50 - Ultimo aggiornamento: 16:39

PESARO Non vuole sottoporsi all’interrogatorio. Poi la questione del passaggio dei cellulari e della presenza o meno a Pesaro per pianificare il delitto. Nuova udienza in corte d'assise, per l'omicidio di Marcello Bruzzese, freddato da una scarica di proiettili il 25 dicembre 2018 in via Bovio, nel centro storico di Pesaro. 

La rinuncia

Rocco Versace 58enne calabrese, è accusato di omicidio volontario aggravato dal fatto di aver agevolato un'organizzazione di stampo mafioso, la famiglia calabrese Crea, alla quale apparteneva Girolamo Biagio, fratello della vittima, prima di diventare collaboratore di giustizia. Ieri gli avvocati Francesco Albanese e Pasquale Loiacono hanno rinunciato all’esame dell’imputato. Il giudice ha chiesto a Versace se volesse sottoporsi a interrogatorio, ma lui si è avvalso della facoltà di non farlo. «Non intendo sottopormi a interrogatorio – ha detto collegato dal carcere di Nuoro - più avanti rilascerò dichiarazioni spontanee. Chiedo scusa, non è una mancanza di rispetto, ma ho avuto esperienze negative in passato». E’ toccato quindi a un consulente tecnico della difesa parlare delle celle telefoniche.

Due le questioni: la prima riguardava il presunto avvistamento di Rocco Versace a Pesaro alla rotatoria del Trony, secondo quanto riferito in aula dal pentito di giustizia. Il tecnico ha rilevato che il cellulare di Versace è sempre stato in Calabria tra il 5 e il 12 novembre. Poi una questione molto tecnica. Secondo l’accusa l’imputato avrebbe avuto una utenza telefonica italiana e una criptata olandese.

Quest’ultima sarebbe stata consegnata a Michelangelo Tripodi, già stato condannato insieme a Francesco Candiloro all'ergastolo dal Tribunale di Ancona, quali esecutori materiali dell’omicidio. La consegna sarebbe avvenuta a Pelago in Toscana il 19 novembre, ma il consulente ha sottolineato che le celle agganciate dai due cellulari sarebbero state distanti 84 chilometri nel momento del viaggio. Dunque per la difesa Versace non aveva la disponibilità dell’utenza olandese, né l’avrebbe potuta consegnare a Tripodi. L’utenza criptata poi si sposterà a Pesaro lo stesso giorno per un sopralluogo. Per i legali quindi Versace non sarebbe mai stato a Pesaro, la sua presenza non troverebbe alcun riscontro. Altra questione, la riunione di Tripodi, Verace e Candiloro il 2 dicembre. Anche in questo caso la difesa ha teso a dimostrare che le celle agganciate dai tre telefoni avrebbero coperto un’area non meglio precisata ma di ben 14 mila chilometri. Dunque impossibile parlare di un incontro per pianificare l’omicidio.

Il software

Ultima nota, il software Ligatab creato dal Ros dei carabinieri per analizzare la miriade di dati di traffico telefonico. Gli avvocati di Versace hanno insistito su questo punto e il tecnico ha sottolineato l’assenza di una certificazione di questo strumento informatico, realizzato e programmato per l’occasione. Restano gli ultimi testi poi sarà il momento della requisitoria dei pm e delle arringhe della difesa. La sentenza potrebbe arrivare in primavera.

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