PESARO Non vuole sottoporsi all’interrogatorio. Poi la questione del passaggio dei cellulari e della presenza o meno a Pesaro per pianificare il delitto. Nuova udienza in corte d'assise, per l'omicidio di Marcello Bruzzese, freddato da una scarica di proiettili il 25 dicembre 2018 in via Bovio, nel centro storico di Pesaro.
La rinuncia
Rocco Versace 58enne calabrese, è accusato di omicidio volontario aggravato dal fatto di aver agevolato un'organizzazione di stampo mafioso, la famiglia calabrese Crea, alla quale apparteneva Girolamo Biagio, fratello della vittima, prima di diventare collaboratore di giustizia. Ieri gli avvocati Francesco Albanese e Pasquale Loiacono hanno rinunciato all’esame dell’imputato. Il giudice ha chiesto a Versace se volesse sottoporsi a interrogatorio, ma lui si è avvalso della facoltà di non farlo. «Non intendo sottopormi a interrogatorio – ha detto collegato dal carcere di Nuoro - più avanti rilascerò dichiarazioni spontanee. Chiedo scusa, non è una mancanza di rispetto, ma ho avuto esperienze negative in passato». E’ toccato quindi a un consulente tecnico della difesa parlare delle celle telefoniche.
Due le questioni: la prima riguardava il presunto avvistamento di Rocco Versace a Pesaro alla rotatoria del Trony, secondo quanto riferito in aula dal pentito di giustizia. Il tecnico ha rilevato che il cellulare di Versace è sempre stato in Calabria tra il 5 e il 12 novembre. Poi una questione molto tecnica. Secondo l’accusa l’imputato avrebbe avuto una utenza telefonica italiana e una criptata olandese.
Il software
Ultima nota, il software Ligatab creato dal Ros dei carabinieri per analizzare la miriade di dati di traffico telefonico. Gli avvocati di Versace hanno insistito su questo punto e il tecnico ha sottolineato l’assenza di una certificazione di questo strumento informatico, realizzato e programmato per l’occasione. Restano gli ultimi testi poi sarà il momento della requisitoria dei pm e delle arringhe della difesa. La sentenza potrebbe arrivare in primavera.