Michael, un enigma borderline nel delitto di Pesaro: la polizia sequestra il suo pc

Michael, un enigma borderline nel delitto di Pesaro: la polizia sequestra il suo pc
Michael, un enigma borderline nel delitto di Pesaro: la polizia sequestra il suo pc
di Simonetta Marfoglia
4 Minuti di Lettura
Sabato 25 Febbraio 2023, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio, 17:55

PESARO L’omicidio di via Gavelli 19 a Pesaro per gli inquirenti è un’inchiesta blindata che difficilmente potrà essere scalfita stante gli indizi accumulati e le tracce repertate, dai mozziconi di sigarette ai vestiti imbrattati di sangue, fino al cellulare preso alla vittima. Ci sono anche le prime ammissioni: «L’ho ucciso io». Manca ancora un movente, il perchè di tanta furia omicida e vanno anche in questa direzione gli ulteriori accertamenti condotti dalla polizia che nelle ultime ore ha sequestrato il pc di Michael Alessandrini, il 30enne accusato dell’omicidio dell’amico Pierpaolo Panzieri.


Cellulare rubato

L’arrestato non aveva con sè un suo cellulare perchè aveva detto che gli era stato rubato e ultimamente se doveva messaggiare o contattare qualcuno usava i telefonini del padre o della madre.

Si scava a ritroso per raccogliere elementi utili a tratteggiare il percorso che ha portato alla sera di lunedì, a quando nel corso di una cena casalinga a base di pasta e birra il 27enne è stato massacrato con almeno 13 coltellate durante un litigio, violento e improvviso. E poi alla fuga notturna di Alessandrini da Pesaro fino in Romania dove è stato fermato 30 ore dopo e dove tuttora si trova, in una cella di Timisoara, in attesa di essere ricondotto in Italia per rispondere delle accuse di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà. Michael e Pierpaolo erano amici, anzi, stando ai racconti Pierpaolo era il suo unico, sincero amico, quello che non lo scansava e lo accoglieva, mentre gli altri, che pure lo conoscevano e lo avevano frequentato, con il tempo hanno preferito allontanarsene per il suo carattere ritenuto “strano”. E sta in questa sua “stranezza”, la chiave interpretativa di un delitto che ha sconvolto Pesaro e non solo. Ma quanto era, è “strano” Michael? Negli ultimi giorni si stanno impilando testimonianze, aneddoti, ricordi e inanellando una serie di aggettivi: irascibile, ossessivo, aggressivo, spaziando in un ampio range del borderline che va dal disturbato al pericoloso. Uno stigma che nel tempo gli ha alterato e svuotato i rapporti sociali. La stessa famiglia lo ha definito “bacato”. «È nato bacato - ha detto e ripetuto la madre, Silvia Di Lena - me l’hanno detto le maestre dell’asilo all’età di un anno e mezzo. Aveva un deficit psicologico». Stando a quanto raccontato mamma Silvia da piccolino Michael Alessandrini aveva sofferto di disturbi comportamentali ma negli anni non ci sono state perizie o diagnosi a supportare e a chiarire di che tipologia fossero i suoi malesseri psichici. Non risulta essere mai stato preso in carico dal servizio di psichiatria per intenderci o altro. Pare che la famiglia in più occasioni lo avesse invitato a rivolgersi a uno specialista per avere supporto e aiuto ma che lui abbia sempre rifiutato. Ora il legale della famiglia, l’avvocato Salvatore Asole, che è affiancato dal criminologo Ezio Denti, quello del caso Yara, ha annunciato che è pronto a chiedere una perizia psichiatrica. 

I ricordi

Nel frattempo chi ha avuto contatti con Michael abbonda in dettagli. Qualcuno che ha soggiornato di recente al San Marco, l’hotel di famiglia, ha parlato di scatti d’ira incontrollati, altri che lo hanno incontrato tra piazzale Lazzarini e via Curiel con i cani, ne avevano timore. Aveva provato a lavorare, ma non risulta avere mai avuto un posto fisso al di là dell’aiuto nell’albergo dei genitori. L’estate scorsa per un periodo era stato assistente di spiaggia ma è durato solo poche settimane. Un enigma Michael Alessandrini a ragionare con la logica comune. Un enigma che Pierpaolo Panzieri aveva cercato di decifrare in nome dell’affetto che lo legava all’amico di infanzia: «Ha solo me, non posso scaricarlo» aveva ripetuto in più occasioni ai familiari e ai compagni del Salotto Cavour che lo invitavano a prenderne le distanze.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA