Niente sala a CasaPound minacciato di morte Ricci

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Lunedì 11 Dicembre 2017, 05:04
IL CASO
PESARO Risveglio social tra insulti e macumbe per il sindaco Matteo Ricci. La reazione dei militanti di CasaPound alla sala negata non si è fatta attendere con il suo lessico celodurista infarcito di minacce da leoni da tastiera.
La resilienza
Pronta la reazione di Ricci che ieri ha affidato al web questo messaggio: «Sono due militanti neofascisti. Ecco cosa scrivono sulla mia bacheca. Molti insulti e oscenità le ho cancellate perché non sono degni. Io continuo a difendere la costituzione italiana. Chiedo inoltre allo Stato di risolvere l'ambiguità giuridica di movimenti neo fascisti che si nascondono dietro statuti fasulli che non corrispondono alla realtà». Postilla: ha segnalato i due militanti e mandato di traverso la brioches a Nina Moric che gli ha twittato contro. In tarda mattinata il crescendo rossiniano è arrivato a: «Taci omino da 4 soldi, stai tranquillo che le ore son contate». Anche questo autore segnalato alla polizia.
Una cosa va detta, sul pezzo il sindaco c'è sempre. Ha anticipato la reunion di Como con la manifestazione all'indomani dello scempio fascista contro la scuola Anna Frank e con lo stop all'iniziativa di CasaPound si è messo un passo avanti all'ondata di ribrezzo (e di consenso) che la revenge nazifascista sta innescando. Boia chi molla?
«Non bisogna mollare perché per troppo tempo abbiamo sottovalutato il riemerge dell'estremismo di destra, fascista e neonazista in tutto il Paese. Questo è un errore culturale e in termini di sicurezza. Per questo abbiamo reagito alle scritte infami alla scuola Anna Frank, per questo continueremo la nostra battaglia sui valori, perché l'intolleranza e i disvalori del razzismo non tornino di moda, tentazione che, anche a causa della crisi economica, hanno avuto terreno fertile nutrendo una guerra tra poveri». Il suo canto di battaglia è senza dubbio la nebulosa giuridica che permette ciò che vieta la Costituzione. «Penso a Forza Nuova o a CasaPound: nei loro statuti al fascismo non c'è riferimento alcuno, ma nelle azioni così come nel linguaggio riproducono quelle politiche che sono vietate dalla nostra Costituzione. È una questione che abbiamo posto ai ministeri dell'Interno e della Giustizia perché non possiamo fingere di non vedere l'incongruità che c'è tra certi statuto e certe pratiche».
L'effetto coccoina
Se come dice Bracalini in Italia ci sono 13 partiti comunisti a Ricci certamente non sfugge il potere ricompattante che l'antifascismo potrebbe avere. «Non penso alla sinistra italiana, penso alla mia città che è antifascista, bombardata durante l'occupazione nazifascista, per la quale tanti partigiani hanno dato la vita. Io difendo i valori antifascisti di questa città e non penso alle questioni nazionali». Se non l'antifascismo almeno l'approvazione dello ius soli potrebbe innescare l'effetto Vinavil. Il sindaco, in veste di presidente della Provincia, già nel maggio 2013 consegnò la cittadinanza onoraria a 80 bambini nati a Pesaro ma figli di genitori stranieri. Più che sul pezzo, pionierismo. «L'idea mi era venuta pensando ai miei figli e ai loro amici. Bambini nati in questa città, che frequentano le scuole di questa città, che parlano il dialetto, che tra i banchi spesso sono anche molto bravi e non si capisce perché non debbano essere italiani. Solo perché i loro genitori sono arrivati da altri paesi? Il problema è che questo tema di civiltà è entrato nel calderone dell'immigrazione e della gestione dei profughi quando con questi fenomeni non ha alcun rapporto. La propagando ha fatto di questo un unico calderone con il solo risultato di negare diritti a dei bambini».
Silvia Sinibaldi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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