Contestata l'aggravante della violenza su una bimba

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Sabato 19 Gennaio 2019, 05:04
L'ACCUSA
URBINO Tre sono gli articoli del codice penale richiamati nell'ordinanza del Tribunale di Urbino che ha disposto gli arresti domiciliari per il cardiologo 67enne accusato di violenza sessuale su nove sue pazienti, di cui una ragazzina di 16 anni e una bambina di 11. L'imputazione principale è quella dell'articolo 609 bis, primo comma, che disciplina la violenza sessuale: per la procura della Repubblica di Urbino, secondo la giurisprudenza della Cassazione, si tratta di violenza consumata perché il gesto del palpeggiamento nelle parti intime delle pazienti, da parte del medico, era così repentino che le vittime, del tutto sorprese, non avevano la possibilità di sottrarsi o di resistere. Il reato viene punito con la reclusione da 5 a 10 anni.
La procura ipotizza anche il terzo comma del medesimo articolo, ossia l'attenuante dei casi di minore entità, per la natura e gli effetti moderati della molestia sessuale contestata. La norma prevede la diminuzione della pena in misura non eccedente i due terzi. Ma, contestualmente, vengono previste due aggravanti del reato.
Per tutti gli episodi quella dell'articolo 61, numero 9, ossia per avere il medico commesso i fatti con violazione dei doveri inerenti a un pubblico servizio, in quanto visitava in una clinica privata convenzionata con la sanità pubblica.
Per un solo episodio, il più grave secondo il capo di imputazione, è contestata l'aggravante dell'articolo 609 ter, primo comma, per aver commesso la violenza sessuale nei confronti di una vittima che non ha compiuto 14 anni (appunto la bambina di 11 anni). In questo caso la reclusione prevista sale da 6 a 12 anni.
l. fur.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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