Confermati i 16 anni a Butungu vuole scontare la pena in Congo

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Sabato 20 Ottobre 2018, 05:04
IL PROCESSO
PESARO Niente sconti nemmeno in appello per Guerlin Butungu, il capo e unico maggiorenne del branco che stuprò nell'agosto 2017 a Rimini una turista polacca e una trans peruviana in una notte di eccessi, rapine e violenze. Il 22enne congolese deve restare in carcere 16 anni. La conferma della condanna, già comminata in primo grado, è arrivata ieri mattina dalla Corte d'Appello di Bologna che ha respinto la richiesta della difesa di riconoscere le attenuanti generiche. Butungu era presente in aula e, probabilmente, non si aspettava dal verdetto un esito diverso. Se anche la Cassazione, nell'ultimo grado di giudizio confermerà le due sentenze, vorrebbe chiedere di scontare la pena nel suo paese di origine, il Congo.
Dieci capi di imputazione
Per Guerlin Butungu i capi di imputazione erano dieci per più episodi contestati. Il principale, quello che ha marchiato l'estate 2017, la violenza sessuale alla turista polacca con la rapina al suo fidanzato seguita allo stupro della transessuale peruviana. Era il 25 agosto e negli abusi vennero coinvolti anche tre minorenni, due fratelli marocchini residenti a Vallefoglia e il nigeriano residente a Pesaro, che scontano attualmente in carcere una pena a 9 anni e 8 mesi. Il congolese è stato ritenuto responsabile anche della rapina a una giovane coppia, avvenuta due settimane prima, tra l'11 e il 12 agosto, culminata nella violenza sessuale sulla ragazza, di origini etiopi, nonchè di una successiva rapina la sera del 26 agosto (vittime due giovani di Bologna e Prato), infine di spaccio nei confronti dei tre complici minorenni.
Una camera di consiglio molto rapida ieri in Corte d'Appello a Bologna. Nella seconda parte della mattinata i giudici avevano già confermato quanto deciso in primo grado. L'avvocato difensore di Butungu, Riziero Angeletti, sottolinea di «aver tentato di ottenere una riduzione di pena per le attenuanti generiche, perché nel processo a carico dei complici il Tribunale dei minori le ha riconosciute per le valutazioni sulla condotta e il modo di agire. Nel nostro caso la valutazione degli aspetti soggettivi non è stata presa in considerazione. Butungu era incensurato, non aveva avuto procedimenti penali e veniva da una situazione di guerra civile. C'è stata una disparità di trattamento rispetto a quanto accaduto ai minori. Butungu ha riconosciuto e si è assunto le sue responsabilità. Ora attenderemo entro 15 giorni le motivazioni della sentenza e la verifica dei contenuti, ma siamo intenzionati al ricorso per Cassazione. Il mio assistito ha reagito in maniera consapevole, in ogni caso aveva capito che una eventuale riduzione di pena sarebbe stata moderata. Mi ha sottolineato che in caso di conferma definitiva in Cassazione, vorrebbe chiedere di tornare in Congo per scontare la pena. Ci proveremo».
Rinchiuso tra i sex offender
Butungu oggi è rinchiuso a Pesaro nella sezione sex offender. In aula non era presente nessuna delle vittime. Non c'erano i fidanzatini polacchi né la peruviana desiderosi di voltare pagina. Il congolese aveva ottenuto il permesso di restare in Italia per motivi umanitari ed era stato ospite di un centro di accoglienza del Pesarese. Quando è stato arrestato alloggiava in città. E' stato catturato dopo una settimana di ricerche i primi giorni di settembre dagli agenti della Squadra Mobile e dello Sco alla stazione di Rimini pronto a fuggire in Francia. In un primo momento aveva negato tutto, poi la confessione. Cosa che ha attivato la richiesta del giudizio per direttissima. Non c'era flagranza di reato, ma secondo l'articolo 449 del codice di procedura penale, comma 5, il pm poteva comunque attivare il giudizio direttissimo avendo l'imputato reso confessione nell'interrogatorio. Motivo per cui in meno di tre mesi, nel novembre 2017, si era già arrivati alla sentenza di primo grado. E ora alla condanna in appello.
Simonetta Marfoglia
Luigi Benelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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