Aria sempre più inquinata ma non scatta l'emergenza

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Giovedì 16 Gennaio 2020, 05:05
LO SMOG
PESARO È allarmante l'inquinamento dell'aria che respiriamo; le condizioni meteorologiche che si registrano dall'inizio dell'anno hanno determinato un ristagno dello smog nell'atmosfera, con lo sforamento dei limiti di legge. L'emergenza è scattata in mezz'Italia con provvedimenti straordinari decisi in questi giorni dai sindaci, a tutela della salute dei cittadini, per abbattere le emissioni inquinanti attraverso il contenimento del traffico veicolare e la riduzione a 18 o 19 gradi della temperatura negli ambienti riscaldati da impianti a combustione fossile. La situazione a Pesaro e Fano non è diversa eppure le due amministrazioni comunali non hanno adottato alcuna misura d'emergenza.
I dati dell'Arpam
Secondo i dati rilevati dalla rete di monitoraggio dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale delle Marche, dal primo gennaio a Pesaro le polveri sottili Pm10 hanno superato il limite di legge 10 volte, con una progressione di 2 giorni ogni 3 (il picco si è registrato sabato 11 con una media giornaliera di 77 microgrammi per metro cubo di aria, contro il valore limite di 50). A Fano gli sforamenti sono stati 8 (stesso picco l'11 gennaio). La gravità dell'inquinamento si rileva confrontando questi dati con il tetto degli sforamenti giornalieri ammesso dalla direttiva europea, ovvero 35 in un anno.
Nel capoluogo provinciale, in questo primo scorcio del 2020, l'inquinamento atmosferico è particolarmente preoccupante perché la centralina che lo rileva è quella di via Scarpellini (nella zona di Muraglia, dentro l'omonimo parco): una stazione di fondo urbano, che è lontana dai più intensi flussi di traffico. Questa stazione registra anche le polveri sottilissime, pari a 2,5 micromillimetri, le più insidiose per la salute: il limite di legge giornaliero è di 25 e il valore della media annuale progressiva registrata a metà del primo di dodici mesi segnala già un allarme rosso: il dato è 42.
I problemi del traffico
Se Pesaro piange, Fano non ride. Il tipo di centralina dell'Arpam è di traffico urbano: collocata in via Monte Grappa, si trova a 50 metri dalla statale Adriatica, in uno degli snodi viari più intasati della viabilità urbana, che si distingue per essere particolarmente asfittica. Ogni giorno si registrano incolonnamenti nelle ore di punta intorno al centro storico e lungo le direttrici da e verso la Flaminia, la superstrada Fano-Grosseto e l'autostrada. Il trend dello smog nelle due città è omogeneo e la differenza di sforamenti, a favore di Fano, è misurata solamente da due dati giornalieri non disponibili. Al riguardo, si segnala una scarsa affidabilità tecnica della centralina di via Monte Grappa, considerato che tutti i valori di Pm10 registrati e pubblicati nel trascorso periodo natalizio (gravemente fuori norma) sono stati invalidati alla fine dell'anno dall'Arpam per un malfunzionamento.
Bellocchi è a rischio
Nonostante questo, nel 2019 Fano ha meritato la maglia nera per l'inquinamento dell'aria nella regione, essendo quella di via Monte Grappa l'unica stazione tra le 17 gestite dall'Arpam ad aver superato nell'anno, con 36 volte, il limite degli sforamenti giornalieri di polveri sottili. Nel territorio è presente anche la centralina che misura la qualità dell'aria nella zona industriale di Bellocchi, i cui dati sono gestiti dal Comune. Qui l'allarme è rosso perché gli sforamenti sono stati 38 (5 in questo mese di gennaio) ma pressoché per la metà dei giorni del 2019, perché i dati sono disponibili solamente dal 6 giugno. I valori fuori norma si sono registrati anche nei mesi estivi, quando l'aria nell'altro punto di rilevamento comunale risultava pulita. A riprova di una condizioni ambientale che richiede evidentemente un urgente piano di intervento.
I pericoli per cuore e polmone
A Pesaro nel 2019 gli sforamenti giornalieri sono stati 33 (furono 20 nel 2018, 37 nel 2017 - record negativo regionale - e 34 nel 2016). Rilevante è il dato della media annuale di polveri sottili. Nel 2019 a Pesaro si è registrato il valore più alto delle Marche: 33 microgrammi per metro cubo (a Fano 29). Il limite previsto dalla normativa è 40 ma l'Organizzazione mondiale della sanità ha rivisto le linee guida sull'inquinamento dell'aria, abbassando a 20 il valore di riferimento per tutelare la salute umana. L'esposizione cronica a queste particelle di inquinamento nell'aria aumenta fortemente il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e respiratorie, nonché il cancro ai polmoni.
Lo smog persisterà finché durerà l'alta pressione, mancherà la ventilazione e ci sarà nebbia. A Pesaro e Fano non sono stati adottati altri provvedimenti dopo le ordinanze di novembre, emesse su disposizione della Regione, per limitare la circolazione dei veicoli più inquinanti, ridurre del 10% le emissioni delle attività produttive, vietare l'olio combustibile e contenere l'uso di legna e carbone. A Fano martedì c'è stata una prima riunione di giunta per valutare il da farsi, domani dovrebbe svolgersi un vertice risolutivo. A Pesaro per ora si seguono le previsioni meteorologiche e si spera che piova.
Lorenzo Furlani
l.furlani@corriereadriatico.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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