Il centro storico da gustare

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Domenica 22 Ottobre 2017, 05:00
IL DECLINO
ASCOLI Centro storico in agonia, commercio spostato a est, sindaco più attento alle richieste della famiglia Gabrielli che a quelle degli esercenti. Su Guido Castelli continuano a piovere critiche ma secondo il primo cittadino i motivi sono altri e comunque qualcosa di può fare per invertire la rotta. « La crisi che soffre il commercio del centro storico da un lato proviene da lontano, dall'altro si abbina alla crisi dei consumi che si perpetua dal 2010 - afferma Guido Castelli - Una crisi che è frutto del declino industriale e di una disoccupazione che proprio ad Ascoli è schizzata alle stelle. La crisi ha significato tremila licenziamenti solo nella zona industriale di Campolungo e quindi minori entrate nelle famiglie dunque minore propensione al consumo, fattori che hanno inciso profondamente sul commercio».
Le cause
E il centro storico in declino? « Per quanto riguarda nello specifico la crisi del commercio nel centro storico si è aggravata dopo la sciagura del terremoto. Purtuttavia lo sviluppo turistico degli ultimi anni ha determinato questa situazione: vanno benissimo il food e il beverage e tutte le attività riguardanti il consumo alimentare (ristoranti, pizzerie, trattorie, vinerie, gelaterie, generi alimentari ndr) con sempre più aperture, va molto meno bene l'abbigliamento e altri negozi. La tendenza è aprire attività commerciali a Porta Maggiore e a Castagneti ma si badi beni, al di fuori del centro commerciale di Gabrielli!».
Il caro affitti
Secondo Castelli c'è un'altra causa che sta provocando il declino commerciale del centro: il caro affitti. «Questa situazione di difficoltà del commercio nel centro storico è determinata anche da un altro fattore: gli affitti troppo cari - dice - . Un problema che riguarda in particolare Ascoli ma anche molte altre città storiche tanto è vero che l'Anci, l'associazione nazionale Comuni d'Italia, si è avventurata in una proposta: riconoscere la cedolare secca, tasse calmierate al 10, 12%, anche per i locali ad uso commerciale esattamente come già avviene per gli appartamenti affittati ai privati. Infine, come anticipato prima, non possiamo dimenticare le gravi ripercussioni del post terremoto. Ad Ascoli ci sono state più di mille ordinanze per abitazioni dichiarate inagibile, la maggioranza delle quali è proprio nel centro storico. Centinaia di persone, quindi, sono state costrette a trasferirsi altrove e inevitabilmente il cuore della città si è spopolato. Ma se si vuole uscire da questo tunnel, secondo il sindaco, anche i commercianti devono dare qualcosa in più. «Dobbiamo invocare più professionalità, più capacità di fare servizio e qualità nell'offerta commerciale perchè questo è il dato dal quale non si può prescindere e che quindi deve essere al centro delle preoccupazioni dei commercianti. La qualità del prodotto, le modalità con cui lo si vende alla clientela, l'assortimento dello stock, non è secondario per favorire il consumo. In un momento così difficile specie nei settori medio alti sarebbe opportuno che i prodotti di maggiore qualità venissero venduti in centro ma per farlo e battere la concorrenza ci vuole anche tanta professionalità».
Le piccole imprese
E sul terremoto interviene anche il vice portavoce regionale di Fdi Marco Fioravanti. «Mentre il Governo e le Regioni farfugliano su defiscalizzazioni ed incentivi sui nuovi insediamenti di imprese, cosa condivisibile e positiva, andrebbero comunque tutelati il mantenimento o l'incremento dei livelli occupazionali ed il legame con il territorio senza permettere a qualcuno, come in passato, di sfruttare finanza pubblica sulla nostra pelle per poi reinvestire altrove. La nostra preoccupazione più grande, - aggiunge Fioravanti - per la quale vorremmo lanciare un preoccupato segnale di allarme alle Regioni coinvolte ed al commissario De Micheli, è che si sta riservando molta poca attenzione alle piccole e medie imprese da 20 a 50 dipendenti che hanno subìto danni importanti agli stabilimenti con riflessi sulla produzione e non sono sostenute e tutelate dai vari decreti attuati».
Mario Paci
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