False residenze, scatta il blitz

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Sabato 21 Ottobre 2017, 05:00
L'INCHIESTA
ARQUATA «Non sono un commissario calato dall'alto e quando faccio una promessa la mantengo sempre ma cari amministratori occhio alle scorrettezze: bisogna assolutamente evitare che qualcuno presenti domanda nei Comuni terremotati per ottenere la residenza e quindi i benefici di legge». Vasco Errani la promessa fatta all'indomani del terremoto non la potrà più mantenere ma l'allerta resta: ci sono ancora in giro tanti furbetti che approfittano della tragedia per lucrare. Stiamo parlando delle false residenze, un fenomeno che ha già interessato ampiamente Amatrice con più di cento casi sotto la lente di osservazione della Procura della Repubblica di Rieti e che non avrebbe risparmiato nemmeno la nostra provincia.
Le pratiche
I finanzieri, infatti, hanno acquisito tutta la documentazione necessaria all'ufficio anagrafe comunale per controllare una cinquantina di pratiche. Ovvero di persone che hanno la residenza ad Arquata ma che in realtà per gran parte dell'anno vivono altrove, soprattutto ad Ascoli e Roma, e che in questo periodo hanno usufruito del contributo di autonoma sistemazione che oscilla da 400 a più di 1200 euro a seconda della composizione del nucleo familiare (aumenta se ci sono anziani e disabili). Notoriamente, infatti, ad Arquata molti ascolani e romani trascorrevano le vacanze estive avendo stabilito fra i monti Sibillini e della Laga la residenza. E così alcuni di loro hanno pensato di presentare domanda per ottenere il contributo statale.
I controlli incrociati
I finanzieri stanno effettuando controlli incrociati per accertare attraverso i consumi di luce, acqua e gas, se effettivamente i richiedenti abitavano ad Arquata del Tronto. Se l'indagine dovesse dimostrare che non ci risiedevano realmente rischiano una denuncia per truffa allo Stato. I controlli della Guardia di Finanza si sono concentrati ad Arquata del Tronto, praticamente rasa al suolo e con il maggior numero di vittime, ma saranno estesi anche ad altri Comuni ricadenti nell'area del cratere. Nei mesi successivi al terremoto, ad Amatrice e Accumoli, molti avrebbero spostato la residenza nei Comuni terremotati pur di ottenere il contributo autonomo di sistemazione. Si tratta di chi possiede una casa di vacanza nel cratere sismico e chi magari vi ha ancora mantenuto la residenza ma è domiciliato e quindi ha effettivamente la prima casa a Roma o altrove. Ciò non esime che l'indagine, come è avvenuto ad Amatrice e Accumoli, possa allargarsi a un altro capitolo: la sanità. C'è chi avrebbe ottenuto, senza averne diritto, l'esenzione totale dei ticket per visite specialistiche e spese farmaceutiche (il famoso codice T16), prevista per i residenti dei Comuni inseriti nell'area del cratere e poi limitata solo a chi ha perso davvero la sua abitazione.
I contributi
Intanto il governo Gentiloni sembra essere intenzionato a rivedere anche le modalità di concessione del contributo di autonoma sistemazione. L'intenzione dell'esecutivo sembra essere quella di condizionare la prosecuzione dell'erogazione del contributo alla presentazione delle domande di riparazione dell'edificio di proprietà lesionato dal terremoto. Chi non presenterà domanda per la sistemazione dell'immobile inagibile entro il 31 marzo (qualora la proroga dovesse essere confermata), potrebbe perdere il contributo. L'obiettivo, quindi, sarebbe quello di spingere all'immediata sistemazione delle case, almeno nel caso di danni più leggeri, per non rischiare che, essendo il contributo una forma di sostegno al reddito, si disincentivi la volontà di intervenire sugli immobili. Tra l'altro il Cas è considerato un'indennità di disagio. Per cui chi ne usufruisce non deve dimostrare di alloggiare in un albergo o in un appartamento preso in affitto. Può anche dimorare a casa di amici o parenti o da chiunque voglia, l'importante è che abbia la casa inagibile.
Mario Paci
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