Ultimo treno
Gli aiuti europei sono dunque, davvero, l’ultimo treno con il quale il governo vuole agganciare la ripresa europea portando la crescita media dallo 0,8% all’1,6%. Non si è però tenuto conto che per rendere operativo il Recovery fund mancano ancora diversi passaggi. Non tutti tra l’altro semplici. Gli accordi, siccome prevedono un aumento del contributo dei bilanci nazionali a quello europeo, devono passare al vaglio dei parlamenti nazionali di tutti gli Stati. E poi mancano i regolamenti attuativi che la Commissione non ha ancora rilasciato. Insomma, se va tutto bene l’Italia potrà presentare il suo piano all’Europa non prima di fine anno e ottenere l’anticipo dei 20 miliardi a primavera del prossimo anno. Tanta fretta per nulla? In realtà l’accelerazione impressa da Conte ha avuto un effetto: quello di svelare il funzionamento a comparti stagni dei ministeri e la mancanza, per ora, di un disegno complessivo armonico. Sul tavolo del Ciae, il Comitato per gli affari europei, incaricato di fare da “cabina di regia”, sono piovuti oltre 600 progetti con richieste di finanziamento per centinaia di miliardi. Il solo ministero dello Sviluppo economico ha chiesto 153 miliardi dei 209 disponibili. Quello delle infrastrutture ha alzato l’asticella dei suoi finanziamenti di ben 70 miliardi. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, probabilmente anche per provare a pressare la maggioranza sull’attivazione dei 36 miliardi dei fondi del Mes, considerati una iattura dal Movimento Cinque Stelle, ha presentato un piano di finanziamento straordinario della Sanità da 68 miliardi. Senza contare le promesse e le richieste di finanziamento per il taglio delle tasse attraverso l’uso del Recovery, cosa tuttavia resa impossibile dalle regole europee. È stato un po’ come se, dopo tanti anni passati solo a tagliare le spese e a stringere la cinghia, ci fosse stato nei ministeri una sorta di euforia, un “liberi tutti” dopo anni di austerity e risanamento dei conti pubblici. In realtà lo scopo del Recovery è un altro: dare sostenibilità al debito pubblico italiano attraverso misure che spingano la crescita dell’economia e che dunque siano rivolte al futuro. Non a caso l’Europa lo ha ribattezzato «Next generation», la prossima generazione. Così Palazzo Chigi, il Tesoro e il ministro delle Politiche europee, Vincenzo Amendola, sono dovuti correre in qualche modo ai ripari dettando delle «linee guida» nelle quali imbrigliare i tentativi di fuga in avanti dei ministri ed evitare l’avvilente e noto assalto alla diligenza. Il documento con gli indirizzi generali del Piano articola i programmi italiani in missioni per gli investimenti e ambiti di riforma per provare a superare i nodi strutturali che paralizzano il Paese. Gli interventi previsti nelle linee guida riguardano la digitalizzazione e l’innovazione, la rivoluzione verde e la transizione ecologica, la competitività del sistema produttivo, le infrastrutture per la mobilità, l’istruzione, la formazione e la ricerca, l’equità sociale e territoriale e la salute. Resta il fatto che si tratta di confini ancora larghi nei quali muoversi. Così, a caratterizzare davvero il documento sono i paletti messi ai progetti “ammissibili”. Non potranno, per esempio, entrare nel Recovery i progetti di infrastrutture che non hanno un livello di progettazione sufficiente considerando i tempi medi necessari alla realizzazione. Questo perché le regole dei fondi prevedono che le opere siano realizzate in sei anni. Ci saranno anche controlli intermedi della Commissione e gli altri Paesi europei possono chiedere uno stop ai finanziamenti in caso di ritardi. Non potranno entrare nel Recovery nemmeno i progetti che non saranno accompagnati da stime attendibili del loro impatto sul Pil. E nemmeno quelli sprovvisti di sistemi di monitoraggio in corso d’opera. Così come non potranno essere finanziati nemmeno i progetti «storici» che hanno noti problemi di attuazione. Un inciso che, solo per fare un esempio, potrebbe rendere difficoltoso l’inserimento del Ponte sullo Stretto di Messina tra i progetti finanziabili.
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