Tra Marche e Umbria
modelli di cooperazione

Tra Marche e Umbria modelli di cooperazione
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Venerdì 17 Gennaio 2014, 15:43
FABRIANO - Gestire il cambiamento veloce, in uno scenario che allarga sempre di pi i propri orizzonti e richiede una architettura organizzativa anche istituzionale differente,

che faccia leva sulla dematerializzazione e la sburocratizzazione dei processi. E’ il compito cui sono chiamate le Regioni in questa complessa fase attraversata dal nostro Paese. Di questo ha parlato il presidente della Regione, Gian Mario Spacca, nel suo intervento all’incontro con i presidenti di Marche e Umbria organizzato a Fabriano dal Club Ambrosetti “Nuovi modelli di sviluppo regionale: scenari di cooperazione innovativa”.



Per la prima volta nella sua storia, il Club ha riunito due governatori regionali per avviare un ampio ragionamento congiunto sul futuro delle aree distrettuali. Quella di stamattina, alla presenza di imprenditori delle due regioni, è stata l’occasione per discutere dei possibili scenari di intervento sinergico e condivisione di iniziative strategiche.



“Globalizzazione, velocità del cambiamento, dematerializzazione dei processi, decentramento amministrativo: sono i quattro ‘cavalieri dell’apocalisse’ che le Regioni si trovano ad affrontare – ha detto Spacca - Entro questi quattro punti cardinali la Regione Marche disegna la propria strategia di governo, con azioni che incidono in maniera trasversale su ciascuno di essi. Una delle principali, che condividiamo anche con l’Umbria, è la Macroregione adriatico ionica. Una strategia di allargamento degli orizzonti geografici che abbiamo perseguito a lungo e con tenacia. Per noi la Macroregione rappresenta l’occasione per realizzare progetti più grandi, in grado di raggiungere la massa critica necessaria per essere più incisivi”.



Tra gli esempi citati da Spacca, la sanità, con la possibilità di mettere a fattore comune delle regioni dell’area adriatico ionica eccellenze come la Cardiochirurgia pediatrica degli Ospedali Riuniti di Ancona. Sempre in campo sanitario, si sta lavorando all’idea di un laboratorio di medicina molecolare che avrà maggiore efficacia se potrà divenire un progetto interregionale ed europeo. Altro tema, le infrastrutture: avere la possibilità di collocare gli assi viari nell’ambito di un più ampio corridoio adriatico, ne agevolerà la realizzazione.



Quanto alle strategie di politica industriale, tema particolarmente sentito dagli imprenditori presenti al tavolo, la Regione Marche ha interpretato la velocità del cambiamento che sta interessando il settore, attraverso la forte spinta sull’internazionalizzazione, sull’aggregazione, sull’innovazione. Spacca ha ricordato, per il primo fattore, che la strategia regionale di internazionalizzazione non si basa più soltanto sulla promozione, ma anche sulle piattaforme logistiche. “E’ quanto stiamo facendo in Cina, con i nostri punti di assistenza alle imprese in Hunan, Shandong e Dalian, e in Ghana”, ha detto.



Altro tema “sensibile”, il credito. Anche in questo caso, impegno forte della Regione Marche per favorire la liquidità, attraverso i Fondi di garanzia regionali, e per agevolare, grazie anche alla prossima programmazione delle risorse europee, strumenti finanziari innovativi.



Tra i temi su cui Spacca e Marini sono stati sollecitati dagli imprenditori presenti, quello della sburocratizzazione (“Le Marche hanno già fatto molto, ma moltissimo deve ancora fare lo Stato”, ha detto), la tassazione (“Bisogna chiamare ognuno alle proprie responsabilità e alle proprie competenze: nelle Marche dal 2004 la pressione fiscale non solo non è aumentata ma è addirittura diminuita, con il taglio delle aliquote regionali Irap per alcune categorie di imprese, e Irpef, con circa il 50% dei marchigiani che non pagano un euro di addizionale”), l’integrazione tra Marche e Umbria (“Auspicabile perché consente di avere massa critica sufficiente per dare risposte migliori ai bisogni delle comunità e delle imprese”).



Spacca ha definito particolarmente utile il confronto di questa mattina. “Le valutazioni emerse – ha concluso – sono uno stimolo per interpretare le nostre azioni di governo. Accanto alla forte decrescita del Pil nazionale, il vero problema che ci troviamo ad affrontare è la caduta di capitale umano, l’impoverimento del patrimonio di conoscenze nel Paese. Il tema cruciale, quindi è come ricostruire questo patrimonio. C’è bisogno di condividere progetti, mettere insieme le risorse. Tutti insieme dobbiamo fare uno sforzo comune per invertire la tendenza alla decadenza e risalire la china”.
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