ANCONA - Dopo 19 anni la legge regionale 13 sta per essere mandata in soffitta e con lei tutta la riorganizzazione della sanità marchigiana come è attualmente composta: con l’Asur che gestisce tutta la parte organizzativa, economica e logistica e le cinque Aree vaste (una per provincia) diretta diramazione dell’Azienda regionale.
Nel giro di pochi giorni prenderà forma la bozza di questa rivoluzione annunciata dal governo di centrodestra nel programma elettorale e confermata dall’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini. «Ci sarà una sostanziale riorganizzazione, dove il fulcro organizzativo sarà affidato a cinque aziende Usl (Pesaro Urbino, Ancona, Macerata, Fermo ed Ascoli), mentre l’Asur seguirà gli aspetti generali come concorsi e bandi di gara ma senza competenze operative di indirizzo e di gestione». I dettagli si stanno mettendo nero su bianco proprio in queste ore, con uno slittamento sui tempi che in un primo momento aveva individuato lo stesso assessore regionale: l’idea infatti era quella di portare in Consiglio il piano entro il mese di dicembre e invece verrà discusso e messo ai voti a gennaio.
Tabella di marcia spedita, dove è chiaro anche cosa accadrà all’Azienda ospedaliera Marche Nord. «È stato detto che scomparirà per confluire nella nuova Usl - spiega Saltamartini - ma ancora non sappiamo se continuerà a chiamarsi così oppure cambierà nome.
Saltamartini ha spiegato anche l’importanza di rivedere e correggere l’aspetto decisionale e verticistico, attualmente composto dal direttore generale Asur (Nadia Storti) e da cinque direttore di Area vasta (Magnoni, Guidi, Corsi, Grinta e Milani). «Abbiamo deciso di impostare il sistema in maniera tale che anche l’aspetto decisionale venga definito nella maniera più precisa possibile, come avviene in tutte le altre regioni italiane. Chiaramente questo cambiamento importante nella organizzazione sanitaria verrà illustrato anche ai sindacati per un confronto sul piano, ma credo sia obiettivo comune lavorare per migliorare la struttura sanitaria regionale che ha bisogno di una profonda rivisitazione».