Il rettore Gregori: «Merloni icona di sviluppo e futuro, mai un suo passo indietro»

Il rettore Gregori: «Icona di sviluppo e futuro, mai un suo passo indietro»
Il rettore Gregori: «Icona di sviluppo e futuro, mai un suo passo indietro»
di Maria Cristina Benedetti
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mercoledì 2 ottobre 2024, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 3 ottobre, 07:50

La tenerezza pervade il ricordo di Gian Luca Gregori. Il rettore della Politecnica delle Marche si spoglia dell’ermellino istituzionale, per vestire, con commozione, quello dell’amico: «Di Francesco Merloni non potrò mai dimenticare la sua lucidità. Lo è stato sempre, fino all’ultimo».

 
Uomo di testa e di grandi passioni, come resterà impresso nella sua memoria? 
«Voleva essere chiamato ingegnere, tra tutti i ruoli e i titoli che gli appartenevano era proprio quello che preferiva. La formazione e la conoscenza per lui erano imprescindibili. Ammirevole».
Il principio che lo muoveva?
«Il legame viscerale con Fabriano e le Marche, tutte, un amore che era anche all’origine del suo rapporto stretto con l'Università. Lo sviluppo della regione era il suo primo pensiero e l’ha dimostrato con l’impegno, costante negli anni, della Fondazione Aristide Merloni, dedicata alla memoria di suo padre, capostipite della loro dinastia familiare».
La sua esistenza è stato un esempio concreto della connessione che deve intercorrere tra istruzione, scuola, cultura e mondo del lavoro e delle imprese. Concorda? 
«Assolutamente sì. Era sempre lui che mi proponeva di organizzare corsi di formazione, convegni, confronti. È stato un personaggio di grande stimolo per i giovani. In aula era un esempio formidabile». 
Mai un passo indietro, mai un voltarsi indietro. Un’icona. 
«Mai. Il suo sguardo era rivolto in avanti, sempre verso il futuro al quale si sentiva di appartenere, una vera icona. Quello che mi preme sottolineare è la grande umanità che lo ha accompagnato nella sua lunga vita, che lo ha ispirato».
Cosa ha rappresentato per le sue genti dai caratteri sobri? 
«Per le Marche lui è stato lo sviluppo. Ha proiettato questa regione in Italia e all’estero. Da un luogo remoto come Fabriano, ha portato il nome e il prestigio della nostra terra ovunque, per i ruoli che ha sempre ricoperto, per le sue capacità di progettare. Ma c’è una caratteristica che su tutte lo ha contraddistinto». 
La sveli. 
«Una premessa: i marchigiani non sono mai stati capaci di fare lobby, gruppo».
Procede come fosse un teorema della negazione, per affermare? 
«Esatto, Francesco Merloni è risultato vincente là dove i suoi conterranei hanno sempre fallito. Ha puntato all’unità, alla compattezza d’intenti, per la crescita delle sue amate Marche».

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