Gian Luca Gregori festeggia i primi 4 anni da rettore Univpm: «Corsi e studenti su ma servono alloggi»

Gian Luca Gregori festeggia i primi 4 anni da rettore Univpm: «Corsi e studenti su ma servono alloggi»
Gian Luca Gregori festeggia i primi 4 anni da rettore Univpm: «Corsi e studenti su ma servono alloggi»
di Lucilla Niccolini
3 Minuti di Lettura
Domenica 10 Dicembre 2023, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 12:08

Prof Gian Luca Gregori, lei festeggia i suoi primi quattro anni, su sei, da rettore della Politecnica Marche, con una promozione: Univpm sale al settimo posto in Italia, dal 23esimo del 2019, nel ranking internazionale Green Metric. E nel mondo, passa da livello 385 a 107.
«Siamo anche tra le prime 700 università nel mondo nel QS Ranking, su altri parametri, ricerca, gestione, finanziamenti. Eravamo tra le prime 1000».

 
Un upgrade lusinghiero. Qual è la carta vincente?
«La programmazione, un processo strategico, con interventi orientati a obiettivi. Un importante risultato è il trend in crescita delle risorse umane: in quattro anni il numero dei docenti è passato da 539 a 655. Lo stesso vale per il personale tecnico e amministrativo, da 525 a 598, perlopiù a tempo indeterminato. L’ottima politica di bilancio ci ha assicurato i cosiddetti “punti organico” previsti dal ministero. Bilanci sani, fondamentali anche per gli investimenti nell’edilizia».
La ristrutturazione di Rettorato e palazzo della Provincia?
«Per l’edificio storico su piazza Roma, abbiamo spuntato 12 milioni e 300 mila dal Fondo Sisma, che ci permetteranno di iniziare i lavori entro il 2024. E, per completare la Provincia entro giugno 2025, abbiamo ottenuto 9 milioni dal ministero. In totale, abbiamo circa 30 milioni, che ci consentono anche altri interventi edilizi, tra cui sei nuove aule a Medicina e la ristrutturazione dell’aula magna Bossi. Questo ci permette di non stornare fondi Ue e Pnrr: circa 25 milioni per potenziare risorse umane, nuove dotazioni tecnologiche e laboratori».
Parliamo delle nuove iscrizioni?
«In controtendenza, in Italia: da 4854 iscritti al primo anno nel 2019, siamo saliti a 5052. Merito dell’attivazione di nuovi corsi: 70 contro i 53 di quattro anni fa. Multi/transdisciplinari, che coinvolgono competenze diverse, molti dei quali in inglese. E disseminati in tutte e cinque le province».
Le ragioni di questa politica?
«Va fronteggiato il boom delle università telematiche, da una parte, e la paventata perdita di iscritti marchigiani, dovuta all’involuzione demografica: nei prossimi anni, il rischio è che la popolazione studentesca diminuisca del 15%. L’obiettivo è che gli studenti stranieri arrivino a pesare il 10% del totale degli immatricolati: oggi sono il 5%, tre anni fa solo l’1%. Il bacino di riferimento sono i paesi del Sud Est asiatico e i Balcani. È indispensabile la collaborazione tra atenei, altro che concorrenza. Ma poi, ai nuovi iscritti va trovato l’alloggio».
Gli studentati, un tema scottante.
«Il nostro tasso di copertura, 18%, il più basso tra le università marchigiane, è preoccupante. La nostra popolazione studentesca è cresciuta più velocemente di altre città universitarie. Bisogna riuscire a utilizzare palazzi dismessi, come quello delle Derrate alimentari (70 posti letto) per il quale è in corso un accordo con l’Erdis. Poi, potremo utilizzare gli stabili di via Oberdan, una volta spostati gli uffici nella nuova sede. Nell’immediato si potrebbe pensare a uno studentato diffuso, ricorrendo a partenariati pubblico-privati».
Fondamentale il rapporto con la città?
«Premesso che abbiamo un rapporto positivo con tutti i comuni in cui abbiamo sede, registriamo una disponibilità al dialogo con Ancona, perché i servizi sono indispensabili. Parlo anche di trasporti: riconosciamo a Conerobus 50 euro per ogni abbonamento dei nostri studenti. Ma perché non renderlo gratuito per chi ha l’Isee più basso?».
Una politica di sostegno, la vostra, che si dimostra anche con il “regalo di Natale” ai dipendenti.
«In base all’accordo, unico in Italia, con i sindacati sul Fondo accessorio, tra gennaio e luglio saranno riconosciuti 1082 euro di premio a ogni dipendente».
Il suo claim?
«Viva l’università pubblica».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA