La paura di una nuova stretta natalizia: la parola ai governatori. Oggi il vertice decisivo

Giuseppe Conte
Giuseppe Conte
di Maria Teresa Bianciardi
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Mercoledì 16 Dicembre 2020, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 08:19

ANCONA  - L’unica cosa certa è che sarà un Natale blindato. Da quando - e soprattutto come - è ancora tutto da decidere, tanto che dopo due giorni di confronti serrati con gli esperti del Cts il governo oggi incontrerà anche i presidenti di Regione per fare il punto della situazione e cercare di stringere sulle nuove misure da applicare. Tre le questioni più scottanti che vanno regolamentate per scongiurare la ripresa dei contagi e un’altra fase pandemica durissima da affrontare: il primo nodo sono i controlli.

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Il Cts ieri ha sottolineato la necessità di una massiccia task force che verifichi il rispetto dei divieti imposti ma anche per scongiurare il rischio assembramenti: la preoccupazione degli esperti è infatti assicurare che non si ripetano scene come quelle viste nell’ultimo fine settimana nelle vie dello shopping delle principali città italiane. Ma in che maniera? «Le norme già ci sono e sono quelle del Dpcm del 3 dicembre - spiegano dal comitato tecnico scientifico - basta modularle nel modo giusto». In che maniera? Tenendo chiusi bar e ristoranti, dove cioè occorre abbassare la mascherina. Nelle Marche il governatore Acquaroli è in attesa di indicazioni: durante il consiglio regionale fiume di ieri ha sottolineato che non intende chiamare ancora il ministro Speranza: «A questo punto aspetto le comunicazioni ufficiali. Perché il dialogo, l’interlocuzione deve fondarsi anche su una linearità: diventa difficile confrontarsi, con tutto il rispetto per tutti, con un cambio di repentino rispetto alle strategie: da ottobre a oggi abbiamo visto diverse situazioni che si accavallavano. Non è facile arrivare a dare un messaggio univoco in queste condizioni». 

E le comunicazioni ufficiali probabilmente arriveranno già nella giornata di oggi, a sentire il ministro per gli Affari regionali, Boccia: «Domani (oggi,ndr) discuteremo delle misure restrittive nella riunione con le Regioni, il ministro Speranza e il commissario Arcuri - ha sottolineato - Penso che sia utile e necessario restringere ancora di più durante le festività .

Questa è la posizione che viene fuori dal Cts, dalle Regioni e ce lo chiedono i comuni». Insomma, senza ulteriori provvedimenti il Natale ormai alle porte rischia di diventare il primo della storia a finire in lockdown: anche nelle Marche le attività più a rischio chiusura attendono il responso del governo come una mannaia pronta a polverizzare le ultime speranze.

Ma i dati che arrivano dal servizio sanitario non sono confortanti: la pressione sugli ospedali è ancora molto alta e anche i contagi non hanno registrato un calo come si sperava, anche se sembrano in miglioramento i dati sui ricoveri nelle terapie intensive. Soprattutto resta alto il numero dei decessi registrato ogni giorno. Elementi che accomunano tutte le regioni e che hanno indotto il governo a studiare una strategia straordinaria per decongestionare il sistema sanitario. E per farlo c’è un unico modo: «Le regioni che avevano incidenze di Covid-19 più elevate e sono state sottoposte a misure più restrittive, in base ai numeri, stanno meglio rispetto ad altre. La situazione italiana mostra chiaramente un meccanismo: quando allentiamo le misure i casi vanno su, quando le restringiamo riusciamo nel giro di qualche settimana a ottenere risultati in termini di riduzione di positivi e casi». Parola di Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute.

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