Marche, la cultura
è un'impresa creativa

Marche, la cultura è un'impresa creativa
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Venerdì 28 Febbraio 2014, 19:17 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 21:48
ANCONA - Addio cultura solo come valore estetico da preservare e contemplare. Arriva la cultura come impresa creativa, che include design, pubblicit e architettura, assieme alla cosiddetta impresa culturale che comprende televisione, cinema, radio, editoria e spettacolo. A stabilirlo - secondo Fabio Renzi, segretario generale di Symbola,la Fondazione per le qualità italiane, intervenuto oggi ad Ancona al convegno della Regione Marche «Cultura come risorsa, come lavoro 2.0» è l'Europa che accorpa tutte queste cose in un unico contenitore da affiancare, ben inteso, alla gestione del patrimonio storico culturale.



La Regione Marche si adegua assumendo il ruolo di laboratorio culturale per tutto il Paese e sfodera con l'assessore alla Cultura Pietro Marcolini un elenco delle cose fatte e di quelle da fare. Tra le cose in essere, il Distretto culturale evoluto, con 20 progetti sul territorio basati sulla collaborazione tra pubblico e privato in particolare nei settori della nuove tecnologia e della manifattura di qualità. Il Consorzio Marche Spettacolo, che accorpa oltre 30 enti nel campo dello spettacolo dal vivo per realizzare nuove produzioni liriche, sinfoniche e teatrali, risparmiando sui costi grazie ad economie di scala.



E la Fondazione Marche Cinema Multimedia, che assieme alla Mediateca delle Marche preserva e cataloga il patrimonio audiovisivo regionale e promuove la realizzazione di nuovi film. Tra quelle da fare, invece, basandosi sul principio di una contaminazione culturale che deve permeare tutti i settori produttivi, sia dal punto di vista di una generale crescita intellettuale sia da quello della redditività economica, c'è la necessità di intercettare tutti i finanziamenti possibili, italiani e Ue. «Per far questo - ha detto Marcolini - non possiamo solo attingere ai fondi dedicati dall'Italia alla cultura, per altro diminuiti dal 2001 al 2013 di due terzi, ma occorre spalmare trasversalmente le nostre richieste a tutti i comparti di finanziamento italiani ed europei».



La prima e più importante proposta riguarda il programma Ue 2014-2020 Europa creativa, che vale da solo 1.462 milioni di euro, e la cui relatrice, l'europarlamentare Silvia Costa, sarà domani ad Ancona per la giornata conclusiva del convegno. Ma sul tappeto c'è anche anche un protocollo d'intesa con Cnr sull'innovazione tecnologica abbinata ai beni culturali, la stesura di un piano con il Ministero per i Beni culturali per programmare interventi condivisi, ed un altro con Umbria, Lombardia, Toscana ed Emilia Romagna per attivare bandi a favore dell'imprenditoria culturale giovanile.



«Le Marche - ha rilevato l'economista Alessandro Leon, presidente del Centro di ricerche e studi sui problemi del lavoro dell'economia e dello sviluppo (Cles) - sono oggi all'avanguardia in Europa per aver saputo creare una filiera industriale in grado di mettere in rete un brand Made in Italy, che accorpa oltre all'impresa culturale tradizionale (musei, archivi, aree archeologiche e biblioteche) anche le produzioni di tutti gli altri settori creativi. Ora deve solo rafforzare la ricettività delle sue strutture museali attraverso l'innovazione tecnologica e la formazione di personale competente".
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