Cardinali, Confindustria: «Meglio del pre-Covid ma la Germania frena. Non ci accontentiamo»

Cardinali, Confindustria: «Meglio del pre-Covid ma la Germania frena. Non ci accontentiamo»
Cardinali, Confindustria: «Meglio del pre-Covid ma la Germania frena. Non ci accontentiamo»
di Véronique Angeletti
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Domenica 17 Marzo 2024, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 12:29

Roberto Cardinali, presidente di Confindustria Marche, come legge i dati export 2023?

«Abbiamo tenuto ma non possiamo accontentarci. Al netto del forte effetto legato alle esportazioni di prodotti farmaceutici, una brusca frenata del -13,9% e una perdita export di 3 miliardi, confrontato al 2022, l’andamento nel 2023 rimane pressoché invariato».

Tradotto in numeri?

«Le esportazioni marchigiane verso l’Europa crescono rispetto al 2022 del 2,7% (rispetto alla flessione del -29% includendo il farmaceutico), con un contributo significativo del comparto moda, del mobile e della cantieristica navale.

Insieme, tolto il farmaceutico, tutti gli altri settori produttivi della regione hanno oltrepassato la soglia dei 13 miliardi, livello superiore a quello pre Covid pari a 10.3 miliardi nel 2019».

In quali settori, l’export è stato più performante?

«Innanzitutto, vediamo che la dinamica per i principali settori di specializzazione è stata buona nel complesso. Il sistema moda chiude il 2023 con una crescita del 6,2% rispetto al 2022, con un incremento delle calzature (4,7%) e dell’abbigliamento (11,3%). In aumento anche il mobile (2,5%) e i prodotti elettronici ed elettrotecnici (7,4%). Prosegue, invece, la crescita dei mezzi di trasporto legati al comparto nautico, che registrano nel 2023 un +15,9% sul 2022, portando il comparto al quinto posto tra i settori regionali dopo farmaceutica, calzature, macchine ed elettrodomestico»

Dove c’è stata decrescita?

«Sui prodotti in metallo (-8,9%), dell’elettrodomestico (-2,8%) e dei macchinari (-6,2%)».

Quali sono i Paesi dove le Marche esportano?

«Sui mercati extra-UE con un tasso di crescita del 5,4% nel 2023. A differenza dei mercati europei, extra UE il farmaceutico cresce del 16,4% e si accompagna alla positiva performance della moda e di alcuni comparti della meccanica, inclusa la cantieristica navale. Una ripartizione delle vendite tra mercati europei o extraeuropei, tolto l’effetto del farmaceutico, che conferma la tenuta del sistema ed evidenzia la vivacità e la flessibilità delle nostre imprese che vanno sostenute nella penetrazione dei mercati esteri».

Può entrare nel dettaglio?

«Quando la domanda europea registra difficoltà, l’aumento delle vendite sui mercati extra UE avviene in prevalenza ampliando il numero di mercati. Allargando il quadro, le aziende continuano ad operare in un clima di forte incertezza su importanti mercati di esportazione e tassi di interesse alti e compressione dei margini hanno contribuito a raffreddare gli investimenti. In dieci anni abbiamo perso molte imprese e ridotto il numero di quelle esportatrici. Il sistema ha tenuto, ma dobbiamo rafforzare il sostegno all’internazionalizzazione del sistema produttivo».

Perché?

«Una delle principali criticità è quella tedesca, un mercato da sempre centrale per le imprese italiane e marchigiane. Nell’ultima congiuntura flash elaborata dal Centro studi nazionale di Confindustria Marche, la Germania vede un calo del Pil dello 0,3% dopo due trimestri fermi, ha una domanda debole e registra un calo di produzione, tutti elementi che si riflettono negativamente sul nostro Paese».

Véronique Angeletti
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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