Banche, da oggi scatta il bail in
Finisce l’epoca dei salvataggi di Stato

Banche, da oggi scatta il bail in Finisce l’epoca dei salvataggi di Stato
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Venerdì 1 Gennaio 2016, 16:55
ROMA - Da oggi è stretta sulle banche Entra i vigore il bail in, finisce l’epoca dei salvataggi di Stato. Un primo, amaro, assaggio risparmiatori e i creditori delle quattro banche mandate in risoluzione - Banca Marche, CariFe, CariChieti e Banca Etruria - lo hanno già sperimentato ma da oggi arriva nella sua forma più completa: clienti, istituti di credito, autorità di vigilanza e governi, d'ora in poi devono fare i conti con la nuova realtà. Entra in vigore, infatti, il bail in, ovvero il salvataggio interno che pone fine all’epoca dei salvataggi delle banche pagati dagli Stati in Europa (bail out) per centinaia di miliardi. Il meccanismo renderà non più intoccabili in caso di crisi della banca non solo le obbligazioni, ma anche i depositi bancari sopra i 100 mila euro. Quella stagione, e le polemiche sui banchieri strapagati che in molti casi la fecero franca privatizzando gli utili e socializzando le perdite di istituti troppo grandi per fallire, (too big to fail) e quindi lanciati in rischi alla leggera (moral hazard) portarono forze politiche e sociali a chiedere nelle piazze e nei parlamenti di non salvare più le banche con i soldi dei contribuenti, ma di impiegare i fondi pubblici per i disoccupati, l'economia reale o i giovani. A pagare si diceva doveva essere la finanza e chi aveva denaro. Sotto quell’impulso la Ue varò prima le norme sulla burden sharing (distribuzione del debito fra i creditori) applicandole a Cipro dove depositi e bond furono severamente tagliati. Si pensò fosse un caso isolato, tanto che sia la stessa Bce sia la Banca d'Italia intesero il pericolo di un taglio severo sulle obbligazioni subordinate. Titoli che valgono 60 miliardi di euro specie nel nostro paese e sono collocate per una larga parte a investitori retail. Via Nazionale chiese senza successo per questo il rinvio al 2018 del bail in, per sostituire questo genere di titoli trasferendoli dal retail agli istituzionali. Questo non avvenne e ora le due autorità sono messe pesantemente sotto accusa per non aver impedito le emissioni o adeguatamente informato i risparmiatori dei rischi. Infatti, sebbene i rendimenti di questi titoli a volte (ma non sempre) siano sopra la media, le banche hanno usato i subordinati per rafforzare il loro capitale sotto l’impulso delle stesse autorità di vigilanza per non ricorrere ad aumenti di capitale, difficili nelle fasi più acute della crisi. La rete delle filiali italiane aveva sempre ben risposto a questi collocamenti a fronte di operazioni in Borsa più incerte e che, secondo alcuni, avrebbero anche messo in discussione i fragili assetti di governance. Anche da questo deriva la deflagrazione vista nelle quattro banche e i contraccolpi sul sistema che dovranno essere gestiti. Un tema affrontato dal governatore Visco e dal presidente Consob che hanno chiesto al governo (da cui non sono mancati se non toni critici certo dei dubbi) di cercare di trovare la maniera per gestire le future crisi. Le regole della direttiva Brrd recepite dall’Italia il 16 novembre e l’interpretazione della Commissione Ue tuttavia lasciano pochi spazi: i depositi delle banche sopra i 100 mila euro dal 1° gennaio non saranno più senza rischi sebbene la possibilità che un risparmiatore debba pagare con i soldi del proprio conto corrente il fallimento del suo istituto di credito sono piuttosto remoti. Le passività soggette al bail in saranno innanzitutto gli strumenti di capitale, poi le passività subordinate e successivamente le obbligazioni bancarie non garantite. Sono protetti anche le obbligazioni garantite da attivi della banca (quali i covered bond); le passività interbancarie (ad esclusione dei rapporti infragruppo) con durata originaria inferiore a sette giorni; le passività derivanti dalla detenzione di beni della clientela o in virtù di una relazione fiduciaria, come ad esempio il contenuto delle cassette di sicurezza o i titoli detenuti in un apposito conto.
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