La ripartizione
Scendendo nel dettaglio dei vari enti, l’Ast 1 di Pesaro Urbino beneficerà della cifra più alta (2.007.458 euro), seguita dall’Azienda ospedaliero universitaria di Torrette (1.578.512 euro). Ci sono poi 1.265.510 euro per l’Ast 3 di Macerata, 1.210.099 euro del’Ast 5 di Ascoli Piceno, 1.126.780 per l’Ast 4 di Fermo e 1.001.358 euro per l’Ast 2 di Ancona. Chiude l’elenco l’Inrca con 873.494 euro assegnati. La fetta più grande dei fondi andrà alle prestazioni ambulatoriali: entro la fine dell’anno viene previsto il recupero di 52.563 prestazioni (l’89% sul totale di quelle saltate nel 2022 e nei primi sei mesi del 2023) per le quali è stato stimato un finanziamento di 6 milioni di euro. Di questi, 2.202.758 euro andranno alla voce “committenza al privato accreditato”, che dovrà dare una mano al pubblico per uscire dal tunnel dei biblici tempi di attesa.
La gestione
Anche se non ci sono ancora dati aggiornati sull’andamento dei vari Piani, entro la fine dell’anno l’Inrca conta di recuperare 3.128 prestazioni ambulatoriali (il 100% di quelle saltate) attraverso programmi di prestazioni aggiuntive, assunzioni e riallocazione di personale e ricorso alla telemedicina per le visite di controllo.
La parte restante viene gestita con prestazioni aggiuntive (900), incremento monte ore dell’assistenza specialistica ambulatoriale convenzionata interna (738 prestazioni) e assunzioni (456). All’Ast di Pesaro, il piano è quello di garantire 5.500 visite ed esami ambulatoriali con prestazioni aggiuntive e 3mila ricorrendo al privato accreditato. In questo modo, si conta di coprire il 90% di quanto era saltato tra il 2022 ed i primi 6 mesi del 2023. Anche all’Ast di Ascoli si ricorrerà alle stesse due misure, ma in questo caso il privato dovrà contribuire al recupero di 1.248 prestazioni, mentre 7.420 saranno garantite dal personale in forza alle strutture pubbliche. Chiude l’elenco l’Ast di Ancona, che dovrà recuperare oltre 10mila prestazioni ambulatoriali in totale: la quasi totalità (9.606) sarà affidata al privato, mentre per le altre 1.080 verranno effettuate assunzioni a tempo determinato. Un piano d’attacco a 360 gradi per sanare la falla più critica della sanità.