Artigianato in frenata, ma le imprese marchigiane resistono e fanno investimenti

L’analisi di Ebam Marche: molto bene l’abbigliamento, male la ristorazione Le attività in crescita tra gennaio e giugno superano di poco quelle in calo

Artigianato in frenata, ma le imprese marchigiane resistono e fanno investimenti
Artigianato in frenata, ma le imprese marchigiane resistono e fanno investimenti
di Lorenzo Sconocchini
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Domenica 30 Luglio 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 23:28

ANCONA - L’artigianato rallenta la sua crescita, ma le piccole imprese con dipendenti resistono (soprattutto quelle più radicate nei mercati locali) e i loro titolari continuano a fare investimenti. È quanto emerge dalla rilevazione semestrale dell’Osservatorio dell’Ebam, Ente Bilaterale Artigianato Marche, che ha esaminato le dinamiche della prima metà del 2023 e stilato le previsioni per il secondo semestre. La congiuntura gennaio-giugno 2023 conferma l’ulteriore rallentamento della ripresa, mentre la dinamica tendenziale registra una lieve prevalenza dei casi di diminuzione dell’attività rispetto a quelli di aumento. Va bene soprattutto il tessile-abbigliamento, mentre la frenata riguarda soprattutto la ristorazione.


La buona volontà


«La ripresa - commenta Riccardo Battisti, Presidente di Ebam - riguarda però le imprese artigiane più strutturate e orientata ai mercati locali e non tutti i settori di attività. La tenuta nella diffusione degli investimenti, anche in alcuni dei settori in difficoltà e la crescita ulteriore degli organici in quasi tutti i settori, testimoniano la volontà di buona parte delle imprese artigiane con dipendenti di resistere alla crescente complessità dei fenomeni».
I dati evidenziano che la congiuntura è meno positiva rispetto al semestre precedente e la quota di imprese che incrementa l’attività (22,4% dei casi) supera di poco quella delle imprese che la registrano in calo (21,2%).

Cresce di conseguenza la quota di imprese con attività stabile (il 56,4%, contro il 51,6% del II semestre ‘22). La lieve prevalenza dei casi di miglioramento si deve solo alle imprese manifatturiere, perché per quelle dei servizi la diffusione dei casi di peggioramento prevale su quella di miglioramento (22,4% contro 17,2%).

Congiuntura decisamente favorevole per il tessile abbigliamento (31,4% la quota di imprese con attività in crescita), per la meccanica e per l’aggregato delle produzioni non distrettuali. Per alimentari e per legno mobile le imprese con attività in diminuzione sono più di quelle in crescita. Per calzature e pelletterie, invece, si configura una forte polarizzazione della situazione congiunturale del settore tra casi di tenuta e casi di difficoltà.

Nei servizi, la congiuntura è positiva per due settori sui cinque considerati: per le riparazioni veicoli (27,9% in crescita contro 4,7% in calo) e per i servizi alle imprese ( 21,3% contro 14,9%). In diffusa difficoltà risultano le imprese artigiane della ristorazione dove il 44,4% delle imprese registra attività in calo, come anche i trasporti e i servizi alla persona.


Oltre i dieci addetti


Oltre la soglia dei dieci addetti la congiuntura si conferma decisamente positiva, ma a gradi maggiori di apertura del mercato non corrisponde una congiuntura più favorevole, che riguarda invece più i mercati locali. «La dinamica tendenziale - spiega un comunicato di Ebam - registra una lieve prevalenza dei casi di diminuzione dell’attività rispetto a quelli di aumento e ciò per effetto della componente dei servizi dove le imprese in crescita produttiva tendenziale sono solo il 18,1% contro il 26,35 di quelle con una diminuzione».

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