Africa, meno tacchi e più digitale: è Loriblu di seconda generazione. Graziano Cuccù e Annarita Pilotti passano il marchio fashion ai quattro figli

Annarita Pilotti e Graziano Cuccù
Annarita Pilotti e Graziano Cuccù
di Massimiliano Viti
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Giovedì 28 Ottobre 2021, 08:45

PORTO SANT’ELPIDIO - Il premio innovazione Smau 2021, l’Africa come mercato emergente, meno Russia e meno tacchi. Così Loriblu si riedita, indossando un vestito nuovo, più contemporaneo, disegnato dalla seconda generazione che ha preso le redini dell’impresa. Un turning point che ha richiesto alcune scelte, come il rifinanziamento da parte della proprietà e la riorganizzazione del business.

 
Gli esordi 
Nei primi anni Settanta, Graziano Cuccù ha fondato l’azienda partendo dal proprio garage. Negli anni Ottanta è cominciato lo sviluppo del calzaturificio che ha avuto un deciso impulso quando è arrivata a bordo Annarita Pilotti. Maestra d’asilo, a soli 18 anni Annarita, rimasta orfana di padre, si è occupata per un periodo della stazione di servizio della sua famiglia. A 27 anni è diventata la prima donna poliziotto delle Marche. Per dieci anni ha prestato servizio nei vari commissariati, facendo parte anche della scorta ai magistrati al maxiprocesso di Palermo contro Cosa Nostra. È stata poi trasferita al commissariato di Civitanova che ha lasciato per affiancare il marito Graziano. Ora la coppia ha lasciato definitivamente spazio alla prole: Sara, 31 anni, al commerciale; Claudia (29) cura la gestione amministrativa e finanziaria; Riccardo (28) focalizzato sulla produzione. Ultimo ingresso, quello di Michela (23) nella gestione dei clienti diretti.


Gli obiettivi 
«Abbiamo puntato sulle modifiche strutturali, compresa l’esternalizzazione di alcuni reparti produttivi. Abbiamo adeguato il marchio ai nuovi mercati e lanciato la capsule collection Loriblu LBRL. Stiamo investendo nella digitalizzazione e abbiamo concluso la produzione conto terzi. A livello economico e finanziario abbiamo trovato il nostro equilibrio e consolidato una posizione sana. L’obiettivo è rendere Loriblu un’azienda moderna» afferma Claudia Cuccù. Cambiamenti ci sono stati anche nell’offerta. Oltre alla capusle LBRL, rivolta al pubblico giovane, il marchio Loriblu, conosciuto per la scarpa gioiello, ha puntato su modelli “daily” con una calzatura sportiva: tacco medio e fondo in gomma. E sono mutati anche i mercati. Loriblu era un’azienda Russia-oriented e oggi, seppur il 60% delle vendite arrivi dall’Est Europa, ha trovando una nicchia nell’Africa (Nigeria, Congo, Costa d’Avorio, ecc.) «che produce quasi il 20% dell’export wholesale» afferma Claudia. Ma l’altra trasformazione, spinta dalla pandemia, è stata la digitalizzazione. «Il percorso è partito dall’implementazione del 3D nel processo creativo, per il quale abbiamo ricevuto il Premio Innovazione Smau 2021, per arrivare, nel 2022 all’e-commerce» osserva la giovane imprenditrice. «Un notevole investimento a livello finanziario ma anche in risorse umane, che formeremo all’interno della nostra azienda. Sarà questo il focus del 2022».

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