Girasole, grano e miele a rischio per il ciclone nelle Marche. L'effetto maltempo su coltivazioni e semine

Girasole, grano e miele a rischio per il ciclone nelle Marche. L'effetto maltempo su coltivazioni e semine
Girasole, grano e miele a rischio per il ciclone nelle Marche. L'effetto maltempo su coltivazioni e semine
di Véronique Angeletti
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Domenica 21 Maggio 2023, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 22:45

ANCONA Nelle Marche dei campi allagati sono a rischio il grano, il girasole, il fieno ma anche l’orticoltura, la viticoltura e gli allevamenti. Non si esclude perfino una moria di api. «Fare un conteggio non è possibile - interviene Alessandro Alessandrini, il direttore Confagricoltura Marche - ma purtroppo abbiamo un’idea veritiera delle gravi conseguenze che avrà il settore primario. Siamo nelle mani del Padre Eterno: se fa capolino il sole, le perdite saranno meno ingenti, ma se prosegue il maltempo, i danni saranno esponenziali». 

La situazione

Spiega che nel grano, il perdurare delle piogge e dell’umidità sta generando la formazione di funghi patogeni che andranno ad incidere non solo sugli aspetti quantitativi del raccolto, causando dunque perdite produttive, ma anche su quelli qualitativi, modificando la composizione organolettica e di conseguenza il valore finale.

Per quanto riguarda i girasoli - le Marche sono la prima regione produttrice in Italia - è in crisi sia chi deve seminare «perché non può circolare sui campi», sia chi ha già seminato «e non ha potuto impedire ai semi, trascinati dalla pioggia, di scivolare in fondo ai terreni». Ma gravissimo è l’approvvigionamento in fieno delle aziende zootecniche. «È saltato il primo taglio - sottolinea il direttore -la pioggia non consente il raccolto dell’erba. E anche quando la si raccoglierà, sarà maturata più del dovuto e troppo dura per alimentare gli animali. In ogni caso, sappiamo già che sarà posticipato il secondo raccolto. Il che significa maggiori costi per gli allevatori». 

La frutta

Poi, c’è la coltura della colza, piegata dalle piogge, a rischio macerazione se non riuscisse a riprendere lo sviluppo in altezza. «Per non parlare – conclude- della frutticoltura o dell’orticoltura. Solo il raccolto del pisello per le industrie (le Marche sono leader in Italia per volume e quantità, ndr) sta costringendo ad usare mezzi che hanno rovinato i campi. Ci vorrà più di una stagione per ripristinarli». Anche per Luca Bianchi, presidente dei giovani Agricoltori di Cia Marche si dovrà tenere conto degli effetti a lungo termine del maltempo. «I terreni sono saturati d’acqua. Non si contano le frane e gli smottamenti. Il che comporrà, per le aziende agricole, la revisione dell’assetto idrogeologico dei loro terreni, delle scarpate, dei fossi». Ma la sua preoccupazione più grande sono le conseguenze sull’apparato radicale degli alberi e delle piante perenni. «Rischiano di affogare e di morire. Sostituirli significa per un’azienda perdere anni di lavoro». 

Sos api

Da apicoltore teme per le api. Chiarisce: «Non sono vittime dell’intensità della pioggia ma siamo in un periodo dove le famiglie sono molto popolose e, da quasi un mese, non riescono ad uscire e a portare del nettare nell’arnia. Senza l’intervento dell’uomo rischiano di morire di fame».Il ruscellamento che, ovviamente, non ha risparmiato nessuna coltura, dall’erba medica ai portaseme «va, purtroppo, a sommarsi - sottolinea il direttore di Coldiretti Pesaro, Claudio Calevi - ai danni di pochi giorni fa provocati dalle grandinate ai frutteti, agli orti, ai campi nel Maceratese, nell’Ascolano e più di tutto nel Pesarese intorno al Foglia, l’area che confina con la martoriata Emilia-Romagna. E ciò in una fase stagionale così delicata che può impedirne il futuro sviluppo delle piante». I campi, prima assetati dalla siccità e ora travolti dall’acqua, non hanno pace.

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