Emanuele Lodolini, qual è stata la data che ha segnato la svolta?
«Le Regionali 2020. Sono stato il primo dei non eletti nel Pd e in quel preciso momento ho maturato la consapevolezza che era arrivato il momento di cambiare».
Delusione per un’elezione mancata di un soffio?
«Anche, ma in realtà ho deciso di dimostrare a me stesso che sarei riuscito a reinventarmi, togliendomi di dosso la giacchetta di politico di professione che mi era stata affibbiata».
Era così?
«Ho iniziato a fare politica 20 anni fa (oggi ne ha 46, ndr). Io che alla politica non credevo affatto e seguivo mio nonno, un attivista, solo per l’amore che provavo per lui».
Cosa è successo?
«Il primo switch. Partecipando ad un incontro alla Fiera della Pesca con Veltroni sono rimasto colpito dal suo pensiero e ho deciso di dedicarmi alla politica con un impegno importante. Così mi sono iscritto alla Sinistra Giovanile e ho percorso una strada che mi ha portato fino all’elezione in Parlamento».
Era tra i politici più conosciuti a livello regionale, poi è arrivata la sfida elettorale delle Regionali 2020. Switch.
«Doppio switch, veramente. Perchè oltre a decidere di dire addio alla politica, ho voluto anche salutare il caro “vecchio” Emanuele che era arrivato a pesare fino a 140 kg».
Il primo passo?
«Ho aperto la partita Iva e mi sono messo a dieta con determinazione e consapevolezza. Era arrivato il momento di cambiare radicalmente, dal punto di vista professionale e fisico».
È stata dura passare da 140 ad 82 chili?
«Lo è ancora. Mi alzo tutte le mattine alle 6.30 e vado in palestra, nel weekend corro in spiaggia. Se non lo faccio non mi sento a posto con me stesso».
Dicevamo, la partita Iva.
«Esatto. Prima delle Regionali avevo ricevuto una proposta lavorativa rimasta in standby e che successivamente ho accettato. Era di un’agenzia interinale che organizza concorsi pubblici. Poi ho avuto una collaborazione con un consorzio di energia e gas, fino a quando - lo scorso anno - sono diventato responsabile delle relazioni esterne e direttore del personale del Ggf Group (una società che fornisce alle aziende servizi per ottimizzare i rapporti con la clientela, ndr). Sono anche nel cda della squadra The Begin volley, un impegno - non remunerato - che mi dà tanto perché mi aiuta a recuperare la cosa che mi manca della bella politica: le relazioni con i più giovani».
Dunque le piace questa sua nuova vita, girovita compreso?
«Molto, ma sia chiaro: la politica non la rinnego».
In cosa l’ha delusa?
«Non sempre si fa quello che si dice: non tutte le promesse vengono mantenute. Mi piacerebbe che la politica oggi provasse ad alzare il livello, guardando bene quello che accade nelle imprese e nel privato, dove veramente c’è visione e concretezza. Due qualità che non vedo più dall’altra parte».
Se le dicessero di tornare?
«Direi di no, come mi è già capitato di rispondere. Il mio non è stato un addio di convenienza, ma un cambiamento reale. Sono concentrato sul presente e il mio presente non contempla la politica».
E nel futuro?
«Continuo a dire no, ma chi può sapere cosa accadrà domani? Se mi avessero detto che sarei diventato ciò che sono ora, le dico la verità: non ci avrei creduto».
Lei è stato deputato ai tempi di Matteo Renzi, leader del Pd: vi sentite ancora?
«Lo sento come capita di sentire anche altri ma lui, come all’epoca, è il più rapido a rispondere ai messaggi. Risponde subito. E risponde».
Chi sente invece con più frequenza?
«Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, che è venuto anche alla presentazione del mio ultimo libro».
Ecco, guardiamo “Oltre”. Un’altra vita, uno switch dopo l’altro, ma la scrittura è una costante.
«Una passione che ho da sempre e che è andata di pari passo con il mio impegno politico e con il cambiamento. Il primo libro l’ho scritto nel 2015, poi nel 2019 e adesso l’ultimo. Dal titolo, appunto, “Oltre”».
Cambiamo anche le carte in tavola. Come le piacerebbe concludere questa intervista?
«Con una frase di Carl Gustav Jung. “Lo scopo della vita non è essere perfetti, ma diventare completi”».
Chi è
Emanuele Lodolini è nato il 12 agosto 1977 ad Ancona, è stato l’ultimo segretario provinciale dei Democratici di Sinistra e il primo segretario provinciale del Partito democratico di Ancona.