One health, una salute globale per essere pronti ad affrontare qualunque altro tifone dovesse presentarsi dopo la pandemia di Covid 19. One health, cioè una salubrità complessiva che comprenda non solo quella dell’uomo, ma anche quella degli animali e dell’ambiente, è il percorso che il virologo Massimo Clementi ha indicato in conclusione del convegno “Covid-19. Come ci ha cambiati, cosa ci ha insegnato”, che si è svolto sabato nell’aula Conti della facoltà di economia di Villarey, ad Ancona.
Il convegno è stato promosso dall’Università Politecnica delle Marche e dalla Fondazione di Medicina molecolare e terapia cellulare della facoltà di medicina di Univpm grazie al coordinamento dei professori Armando Gabrielli e Maria Serena Chiucchi ed è stato un fecondo momento di confronto tra due discipline - medicina ed economia ed economia - che sono state al centro dell’azione e della riflessione durante l’epidemia di Covid 19. Spiega il prof Gabrielli: «Ci è sembrato opportuno, in questo momento, fare una riflessione critica e condivisa su quanto accaduto durante la pandemia, sull’impatto che quanto accaduto ha avuto sulla vita di tutti i giorni. Un momento di riflessione che tenesse insieme cosa abbiamo fatto bene e che cosa potevamo fare meglio in due settori fondamentali come la medicina e l’economia». Non deve sembrare fuori luogo se l’immagine scelta per il titolo del convegno sia un tifone. Chiosa Gabrielli: «È un’immagine che abbiamo preso proprio da “Tifone” di Conrad in cui si legge, tra l’altro, “Fu qualcosa di formidabile e di subitaneo, come l’improvviso rompersi di un vaso colmo d’ira”. Perché questo è stata la pandemia come possiamo osservare nel momento in cui da una fase acuta stiamo passando a una fase endemica».
La profilassi
Non poteva mancare uno spazio di riflessione dedicato ai vaccini.
L’ottimismo
Messaggio di ottimismo in ordine alle terapie che il mondo scientifico, nel suo complesso, è riuscito a mettere in campo contro il virus. Se per gli antivirali orali, i risultati non sono stati soddisfacenti, «anche a causa di problemi organizzativi», meglio sono andati gli anticorpi monoclonali. Gabrielli anticipa però una segnalazione che può avere sviluppi importanti: «È stato pubblicato da Science lo studio di un gruppo molto ampio di ricercatori che, studiando la risposta immunitaria su varie categorie di soggetti coinvolti nella pandemia, si sono imbattuti in un anticorpo che blocca tutte le varianti. Se ciò fosse confermato e se fosse positiva la sperimentazione clinica che potrebbe essere avviata subito, sarebbe un segnale molto positivo, una vera e propria svolta contro il Covid, da ascrivere al mondo scientifico nel suo complesso».