I lupi fanno razzia di capre a Treia, allarme a ridosso del centro storico

I lupi fanno razzia di capre a Treia, allarme a ridosso del centro storico
I lupi fanno razzia di capre a Treia, allarme a ridosso del centro storico
di Daniel Fermanelli
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Venerdì 15 Settembre 2023, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 12:26

TREIA Lupi a Treia fanno razzia di capre a ridosso del centro storico. L’allarme è lanciato da Francesco Cippitelli, già dipendente dell’azienda agricola dell’Istituto Agrario di Macerata, ora in pensione, che ha visto i suoi capi sbranati in più occasioni dall’attacco di almeno un esemplare di lupo immortalato dalle immagini di una fototrappola. 

 

L’ultimo episodio è avvenuto proprio all’interno della proprietà di Cippitelli in contrada Fontevannazza, poco distante dai giardini pubblici di San Marco. «Il primo avvistamento risale a marzo – spiega –, mentre circa una settimana fa mi sono rivolto alla locale stazione dei carabinieri per lo smarrimento di una coppia di capre.

Grazie alle immagini abbiamo potuto verificare in modo evidente il passaggio del lupo a pochi metri dalla nostra casa, mentre sul terreno purtroppo sono restate solo tracce di sangue».

Due notti fa, invece, l’ennesimo ingresso dei lupi che hanno sbranato un caprone di almeno 70 chili, anch’esso posseduto regolarmente da Cippitelli: «Per legge non potevamo destinarlo altrove e in cuor nostro temevamo purtroppo che potesse riaccadere – ammette l’uomo –, non è la prima volta che si spingono fin dentro le zone abitate di Treia e il timore è che prima o poi, non trovando di cui sfamarsi, possano aggredire qualcuno, in particolare i più piccoli, o qualche vicino». Il racconto riporta la cronaca ad altri episodi del genere, registrati sempre a Treia soltanto nei mesi scorsi: ad agosto un lupo è stato immortalato mentre si aggirava in pieno giorno, tra i campi, in località Piangiano; mentre quello precedente altri esemplari attaccarono un allevamento a Carreggiano, nella vicina Appignano. In provincia, invece, è di pochi giorni fa un altro avvistamento lungo la costa, a Porto Recanati.

«Ormai sono abituati a scendere in queste zone, a bassa quota – continua Cippitelli –, e possono rappresentare, come nel mio caso, un rischio non solo per gli allevamenti e gli animali da cortile ma anche per l’uomo». Infine l’appello: «Le istituzioni si adoperino per individuare una soluzione a questa problematica che crea, oltre al disagio, un danno economico, molto spavento, nonché incertezza per il futuro in mancanza di direttive precise e sinergiche tra i vari enti».

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