Tolentino, le Marche di Moschini
tra Raffaello,Tod's e Poltrona Frau

L'imprenditore Franco Moschini
L'imprenditore Franco Moschini
di Luca Patrassi
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Mercoledì 18 Maggio 2016, 10:00
TOLENTINO - Lo sguardo profondo, il sorriso naturale di una persona accogliente: l’incontro con Franco Moschini è ovviamente in Poltrona Frau.

Presiede un’azienda simbolo, parla sempre di artigianalità e guida un’impresa da grandi numeri presente in cento Paesi.
C’è la volontà di mantenere viva la tradizione. All’interno dello stabilimento ci sono 400 operai che lavorano come se fossero artigiani. Poltrona Frau non è una fabbrica, c’è un minimo accenno di lavorazione in serie ma domina l’artigianalità singola dell’uomo.

Prima il fondo Charme, ora la maggioranza è passata agli americani di Haworth ma sempre con lei sul ponte di comando. Risorse estere e creatività italiana?
La prima operazione finanziaria innovativa l’ho fatta nel ’90 liquidando gli altri soci. Poi è arrivato il fondo Charme ed ora il colosso americano Haworth. Non abbiamo dovuto vendere, ce lo hanno chiesto.

Quali i cambiamenti?
Gli amici americani hanno portato molto nelle vendite in aree non battute da Frau, come l’America e la Cina.

Cresce il numero degli occupati.
E’ aumentato il numero di operai. Tutte queste operazioni finanziarie ci hanno fatto aumentare il numero degli addetti anche in anni in cui gli altri hanno ridotto.

Da un secolo producete oggetti di culto ma l’essere presenti in cento Paesi determina anche collezioni diversificate in base ai luoghi?
Facciamo cose meravigliose in partenza, in base ai gusti qualcosa si diversifica per forza.

Il progetto più importante realizzato?
Nel ’98 la sede del Parlamento Europeo a Strasburgo, una torre di Babele aperta al nuovo e ai nuovi Stati. Ero convinto allora di quella Unione e vorrei esserlo ancora.

Ma?
Manca la convinzione e non solo agli italiani. Potrebbero essere Stati più uniti e coesi ma non solo non abbiamo una normativa europea comune ma nemmeno il codice della strada. Musicalmente dovrebbe essere una corale ed invece siamo all’assolo. Gli Stati Uniti d’America sono venuti fuori da situazioni drammatiche, sogno gli Stati Uniti d’Europa.

Trova ancora difficile fare impresa in Italia rispetto ad altri Paesi?
Manca la semplificazione, ci sono troppe leggi e tutto diventa sempre più complicato.

“Vita di un imprenditore del bello” è il libro su di lei appena scritto da Francesco e Giulio Alberoni. Inizia con il lavoro di Strasburgo e con lei che parla di pace ricordando la guerra conosciuta a casa, a Macerata, da bambino.
Ho sempre pensato che la pace avrebbe vinto. Fin da quando ero bambino e la terra in cui ero nato era stravolta da una guerra feroce. Sognavo la pace mentre i miei occhi vedevano le bombe e tremavo al passaggio delle SS.

Il lavoro che le è rimasto nel cuore?
La sala Frau al Festival di Spoleto dove ho conosciuto Menotti: mi ha dato una notorietà mondiale.

Gli anni passano ma la parola bilancio, se non per quello aziendale, non è nel suo sentire. Cosa vede nel futuro?
Guardo al passato perchè mi ha dato tanto ma penso al futuro. Intanto Franco Moschini non è solo Poltrona Frau anche se per correttezza con gli americani ho tolto dal mio studio in azienda i riferimenti agli altri miei interessi.

Quali sono?
Ho concessionarie d’auto a Civitanova ma principalmente la Thonet che è la plurisecolare azienda viennese che produce la leggendaria sedia in legno con seduta in paglia. I proprietari nel 1852 furono talmente lungimiranti che comprarono i boschi con gli alberi di faggio per garantirsi i materiali di produzione.

Ed ora?
Stiamo lavorando molto per la Thonet riproducendo una situazione localistica per la paglia legata alle vocazioni di Montappone e di Mogliano.

Nato a Macerata, ora a Tolentino dove ha costruito un brand mondiale. L’amore per le Marche è palpabile in molte delle sue iniziative.
Manderò una fattura al presidente Ceriscioli per la pubblicità gratuita. Le Marche sono terra e mare, hanno un’anima plurale come il suo nome, con i suoi artisti e con i suoi prodotti. Da Raffaello e Rossini a Tod’s e a Poltrona Frau

Produce oggetti di culto nel mondo, il fatto che in tanti copino è un motivo di vanto o solo un danno economico?
Anche chi produce una cassetta d’uva può essere un concorrente se qualcuno volesse sedervisi. Se il tappezziere vicino però ti copia i modelli simbolo può dar fastidio.

Nel ’60 per iniziare si è portato da Torino un operaio specializzato in imbottiture.
Gli ho detto di venire a Tolentino con me e lui mi ha detto “Tolentino dov’è?”. Gli risposi che era in provincia di Macerata e lui “Macerata dov’è?”. Adesso nel mondo sanno dove è Tolentino, non Macerata.

Una battuta finale da campanile detta con il sorriso ed ancora, dopo 50 anni, c’è chi si ostina a chiedere a Moschini se Frau andrà via da Tolentino.
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