CIVITANOVA «Civitanova? È il centro del mondo!». Ne è convinto Aldo Ascani che, mentre lo dice, si lascia trasportare dall’entusiasmo di chi ha creduto così tanto nell’intrattenimento e nella movida da tracciare la strada per chi si è aggiunto dopo, consapevole del successo che si poteva raggiungere. E così a Civitanova è arrivato il boom. Quel boom che oggi fa tanto rumore, soprattutto se un campione di fioretto come Tommaso Marini ammette chiaramente che la città rivierasca sia un gradino sopra a tutte, pure alla Dorica.
Ma questo i gestori dei locali che in ogni stagione, d’estate e d’inverno, animano Civitanova, lo sapevano già. E allora dall’entusiasmo ne scaturiscono le riflessioni. La ricetta? È custodita nella trasformazione che Civitanova ha vissuto negli ultimi anni fino a diventare il vero punto di riferimento della movida per la regione e per quelle vicine. «Civitanova è stata sempre una città appetibile - continua Ascani, la cui famiglia gestisce, in compagini societarie differenti, Shada, Donoma, Calamaretto e La Serra -. Ovvio che l’ingresso nel 2013 dello Shada prima e del Donoma poi ha dato il via libera all’indotto che si è allineato successivamente. Il bilancio oggi ci restituisce una delle città della costa marchigiana con più attrazione e interesse da parte del pubblico. È un dato certo».
Non solo giovani, però. Civitanova - da ombelico del mondo - è stata in grado di trovare un equilibrio pure sul target, passando dai giovani fino a una fascia di età più adulta. «La Serra ne è una dimostrazione: un risto-show con intrattenimento che registra numeri importanti. Quando una città funziona, lo è per tutti, non solo per un tipo di pubblico». Allora fate le scarpe ad Ancona? «Le scarpe? - scherza -. Le facciamo pure tacchi e soprattacchi». Ma Ascani ammette che accanto agli investimenti giusti si sono allineati diversi fattori favorevoli: «l’indotto dell’entertainment ha fatto il suo, ma anche il trasferimento della Lube non va sottovalutato. Un puzzle che nel tempo ha composto tutti i pezzi». Tanti pezzi. Così tanti che ce n’è per tutti i gusti e le città vicine storcono il naso: «Prima si partiva per andare in Romagna, oggi loro vengono da noi. Civitanova era il punto di ritrovo per andare a ballare in altre zone, adesso è la meta».
Parole di chi ha fatto dei locali della movida un vero e proprio business: «ma noi non abbiamo la bacchetta magica. Tutto ha funzionato grazie a chi ha capito che qualcosa stava cambiando e si è adeguato. Chi chiudeva a mezzanotte ora arriva fino alle tre, sono aumentati i locali e si sono differenziati. Ora mancano gli alberghi, ma stanno crescendo parecchi b&b, si può ancora migliorare». Quello delle strutture ricettive potrebbe essere un obiettivo a cui lavorare anche secondo Alexio Lattanzi che d’inverno si occupa del Brahma e d’estate del Petè. Quest’anno, poi, ha gestito anche l’Anastasia ristorante e La romana. «La movida a Civitanova funziona ancora più del turismo. Le strutture ricettive non sono molte, ma di locali ce ne sono per tutti i gusti ed è questo l’ingrediente segreto. Ci sono attività che in altri paesi e città vicine è difficile trovare. I collegamenti aiutano: in tanti arrivano anche dall’Umbria per trascorrere le serate di divertimento da noi»
Lattanzi allora entra ancor più nel dettaglio riguardo la provenienza del pubblico: «Per capire che Civitanova è punto di riferimento dell’intero territorio basta vedere il flusso estivo. Quest’anno chi ha un’attività prettamente giornaliera ha detto di aver registrato un calo, noi che lavoriamo con la movida e il divertimento abbiamo avuto un incremento. Non solo. Agosto, che è il momento delle ferie e dovrebbe registrare il picco massimo, non ha visto nei locali un aumento di presenze, anzi. Questo dimostra come i nostri clienti più affezionati arrivino dalle zone limitrofe della regione, gente che per le ferie è poi partita».
Un altro termometro arriva da Daniele Maria Angelini, gestore del Donoma. «Civitanova è diventata, sia d’estate che d’inverno, il punto di riferimento della provincia di Macerata, di mezza provincia di Fermo, di mezza provincia di Ancona e dell’Umbria.
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