Gianluca Segarelli, vita da mediano: «Dai fiori di nonna al sogno Europeo»

Gianluca Segarelli, vita da mediano: con la Nestor Marsciano in D a 18 anni, con il Cesena a 30 e ora, a 45, con la Nazionale slovacca
Gianluca Segarelli, vita da mediano: con la Nestor Marsciano in D a 18 anni, con il Cesena a 30 e ora, a 45, con la Nazionale slovacca
di Gianluca Murgia
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Domenica 8 Ottobre 2023, 02:25 - Ultimo aggiornamento: 15:28

In cameretta il poster del Milan degli olandesi e quel pallone, calciato contro il muro di casa, che spesso finiva sui fiori di nonna o nel giardino del vicino «che me lo sequestrava. Tutti, da piccoli, abbiamo avuto un vicino così». Gianluca Segarelli, 45 anni, ex bandiera della Vis, oggi lavora per la nazionale Slovacca nello staff del Ct italiano Francesco Calzona. La sua è stata una lunga rincorsa, non solo metaforica. «A chi non manca quella spensieratezza di giocare 4 ore di fila senza sentire la stanchezza» con una porta «fatta con due sassi. Il mio primo ruolo? Centravanti». Poi, a 12 anni, sliding doors: crack ai legamenti del ginocchio «e ho perso il passo da attaccante. Ho dovuto cambiare ruolo». 



I migliori anni


I calciatori hanno un’età anagrafica e una pallonara, sono già grandi quando i coetanei sono poco più che bambini e tornano diversamente giovani quando smettono di giocare. «Perugia era a 70 Km da casa mia, Spoleto. Di mattina andavo a scuola, alle 13 partivo per gli allenamenti e tornavo alle 20. I miei mi dissero: prima cosa la scuola. E sapevo che non era un modo dire. Ero iscritto a Geometra ed ero il più bravo della classe. Lo raccontavo quando allenavo i giovani a Vismara o nella scuola calcio a Montelabbate dove, in 5 anni, partendo da zero, avevo con me 170 ragazzini: non sono stato sempre professionista, ci sono diventato, cambiando mentalità. Per non avere rimorsi. Oggi, invece, tanti giovani non sono più abituati a pensare. Si sono persi le partitelle in cortile, dove dovevi essere svelto a capire. Questo si vede anche nelle difficoltà motorie che molti hanno». 


A 14 anni nuovo sliding doors. «Un mio amico era stato preso dal Perugia. Mi dissi: posso farcela anch’io. Poi, ci fu uno litigio grosso tra i miei genitori. Pensai: voglio diventare un calciatore per loro. Il Perugia mi prese e lì cambiò la mia vita». Una vita da mediano. Solo che nelle giovanili del Grifone ce n’era un altro di mediano: Ringhio Gattuso. «Anche da ragazzino non si fermava davanti a niente. Nelle amichevoli con la prima squadra, erano i grandi ad aver paura di lui. Io? A 15 anni feci la prima partita d’allenamento con la squadra di Castagner. Mi disse che ero stato bravo. In un’azione, però, avevo fatto prendere gol a Braglia, storico portiere, che con uno sguardo mi incenerì».

Mediano atipico, Segarelli. Corsa senza sosta ma mai un cartellino rosso. «Picchiavo anche io… ma mai per fare male. E una espulsione me la dovevano dare a Foligno. L’arbitro mi graziò. Disse: sei leale, non lo meriti». Aveva 22 anni quando, alla Vis, mister Daniele Arrigoni gli diede la fascia da capitano contro la Maceratese. «Lì ho capito che non ero più un ragazzo ma un esempio per gli altri. A Pesaro ho conosciuto mia moglie Roberta e sono nate le mie due figlie, Serena e Stella, di 14 e 10 anni. Alla piccolina piacerebbe anche giocare a calcio… Qui ho vinto un campionato e ci siamo sempre salvati senza playout. Ad Ancona ho rotto i legamenti e lì, di colpo, non mi sono più sentito ragazzo. Avevo quasi smesso. Poi, un mio ex compagno ai tempi del Marsciano mi chiamò...».

Era Federico Cherubini, quello della Juve. «Era ds del Foligno. Andai al minimo contrattuale, con l’idea che se in 3 mesi non fossi tornato a giocare sarei torna a casa. Bene, dopo un mese e mezzo grazie al prof Bordoni ero in campo e non saltai più una partita. Ci salvammo». Segarelli ritrovò in panchina Giovanni Pagliari («Avuto a Pesaro a 20 anni: quello che diceva si realizzava, grande credibilità») e conobbe mister Bisoli con cui, dopo, approdò a Cesena arrivando a conquistarsi la Serie A. «Il mio unico rimpianto? Non averla poi giocata, visto che non mi confermarono l’anno dopo. Ma chiusa una porta si aprì un portone: andai nell’Alessandria allenata da Sarri. Il suo vice era Calzona. Senza di lui oggi non sarei nella Slovacchia». 



Da Mancini a Cr7


Così, oltre a Mancini c’è un altro “marchigiano” alla guida di una nazionale estera: Gianluca Segarelli. Messa così calza bene… «Dal primo settembre 2022 affianco il vice del Ct Calzone. Siamo sotto contratto fino a dicembre, se andiamo all’Europeo restiamo - rimarca Segarelli -. E pensare che volevo prendermi una pausa dal calcio, da qualche tempo sono istruttore di scuola guida. Ora, studio gli avversari e istruisco con video personalizzati i nostri nazionali. Si lavora così a 1000 km di distanza, andando ogni 2-3 mesi a Bratislava. Nello staff c’è l’ex capitano Hamsik, tra i calciatori Skriniar e Lobotka. Gli avversari? Cr7, Leao... ma noi facciamo la corsa sul Lussemburgo».
Gianluca Murgia
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