Hanno superato, spesso a pieni voti, tutte le prove del concorso per entrare in polizia, ma sono stati esclusi dall'arruolamento per una legge applicata retroattivamente che ha cambiato i requisiti a giochi fatti, abbassando il limite d'età da 30 a 26 anni. Sono 455, tutti under 30, gli aspiranti agenti scesi in piazza Montecitorio per chiedere al governo di rimediare al pasticcio. Tanto più perché a dar ragione a loro ci sono due sentenze rispettivamente di Tar del Lazio e Consiglio di Stato.
«Nonostante due istanze cautelari promosse dal Tar Lazio nei nostri confronti e un’ordinanza del Consiglio di Stato che obbligavano di fatto l’amministrazione a chiamarci al corso di formazione, siamo ancora a casa, senza nessun tipo di risposta», spiega Chiara Greco, una rappresentante dei 455 idoenei. La legge che li ha tagliati fuori è del dicembre 2018 (governo Lega-M5S): il limite di età per diventare poliziotti è stato abbassato a 26 anni non compiuti (dai 30 del bando originario) e il grado di istruzione richiesto è passato dalla licenza media al diploma di scuola superiore.
Il 13 agosto 2019 è uscita la graduatoria di 1851 agenti da arruolare «tutti under 26 e con punteggi più bassi dei nostri, contro la sentenza del Tar - protestano i 455 -. Ad oggi il ministero dell'Interno non sta ottemperando a ciò che dice la legge e nel farlo si giustifica parlando di "nuovo concorso". Ma non c'è mai stato un nuovo bando e il Consiglio di Stato ci sprona ad andare avanti perché abbbiamo ragione». Una delegazione dei 455 idonei oggi pomeriggio sarà ricevuta dal viceministro dell'Interno Vito Crimi.
Montecitorio, la protesta dei 455 idonei al concorso di Polizia esclusi dall'arruolamento
Mercoledì 22 Gennaio 2020, 15:17
© RIPRODUZIONE RISERVATA