Del resto, non potrebbe essere diversamente: nella cultura islandese non esistono differenze tra uomo e donna nella gestione della casa. Approccio che condivido, ovviamente”.
La compagnia è islandese (“Dipende. Con bimbi Johanna parla islandese, io italiano. Tra noi, invece, usiamo spesso l’inglese. Vorremmo che Sebastian e Gabriel crescessero con la padronanza di tutte e tre le lingue”), ma non hanno conflitti per l’educazione dei figli: “No, perché condividiamo l’obiettivo finale: educarli all’indipendenza, trasmettendo loro affetto e fiducia. Per esempio, in Islanda i bimbi di sette anni fanno già le lavatrici…”
Una volta padre, aveva paura di perdere il suo pubblico: “Temevo che molti fan avrebbero potuto sentirsi traditi, dopo che per tanti anni mi ero creato un’identità intorno alla condizione di scapolone. Ma mi sbagliavo: oggi ho più popolarità di prima. Evidentemente la mia svolta è stata vista come un passaggio evolutivo”