Cesara Buonamici si racconta a 360 gradi in un'intervista al Corriere della Sera: dal rapporto con le sue amicizie storiche, alla vita in famiglia, passando per gli albori della sua carriera e alcuni dettagli su Berlusconi, ecco cosa ha rivelato una delle conduttrici di punta dei telegiornali Mediaset.
Gli esordi
«Mi sono diplomata a 17 anni, con le idee poco chiare. Uno zio medico disse che con Farmacia avrei potuto fare la ricercatrice. Mentre studiavo frequentavo le redazioni». Poi è arrivata però la passione per il giornalismo: «Erano gli anni delle tivù libere. Cercavano ragazzi per i provini: presi la mia Mini e andai in una di queste, con un kilt e un golf blu. Fui spigliata e mi chiamarono per un secondo provino. Proprio perché non me ne fregava nulla». Cesara è stata quindi presa a Tele Libera, da lì la rivoluzione: "Era un modo diverso di fare tivù: coinvolgevamo il pubblico, ti raccontavano che mancava l’asilo nel quartiere, era uno sfogatoio. Ci sono stata dal 1978 al 1984: poi fu comprata dal gruppo Mondadori ed entrò nel circuito di Rete 4. E io in Fininvest». Poi, grazie ad un assist di Fedele Confalonieri, si è trovata a seguire il congresso di Giovanni Spadolini, fu per lei un successo che le aprì nuove porte: "Grazie a questo sono entrata a far parte della redazione di Arrigo Levi: si chiamava Tivù Tivù. Con lui sono diventata professionista. Subito dopo c’è stato Parlamento in con Emilio Carelli e Dentro la notizia, con Alessandro Cecchi Paone».
Il rapporto con Mentana
Poi il lancio definitivo con Mentana, anche se con un piccolo pentimento: «Mi chiamò il 2 gennaio, giorno del mio compleanno. Avevo una giacca color cammello e i capelli corti: due cose che non ho mai più portato. Le parrucchiere, forse per creare una diversità con Cristina Parodi, mi avevano convinta a tagliare i capelli: me ne sono pentita subito». Ma Enrico le insegnò molto del mestiere, spiegandole di: «Fare attenzione al linguaggio. Essere semplici, ma non poveri, comprensibili e colloquiali. Per lui il Tg5 era un piccolo vascello: poteva cambiare la rotta in ogni minuto. Disse: "Non userò il gobbo, voi fate come volete". Dovemmo seguirlo: ci ha buttato in acqua e abbiamo nuotato. Ma quando gli vengono i famosi cinque minuti, conviene scappare».
La convivenza con Cristina Parodi
Da Mentana ci si sposta velocemente sul suo rapporto con la Parodi, e lei spiega che tra loro non c’è mai stata rivalità: «Ci è stata costruita addosso, invece a Roma vivevamo quasi insieme.
Le rivelazioni su Berlusconi
Diverso è invece sempre stato il rapporto che l’ha legata a Silvio Berlusconi, che a suo modo anche è riuscito a farla crescere, tanto da definirlo: «Accogliente e capace di ascoltare. Ci riuniva per darci consigli, tipo di non usare le sedie con le ruote: ci saremmo mossi disturbando gli spettatori. Gli piaceva la mia familiarità verso il pubblico. Era maniacale nei dettagli e fanatico della rassegna stampa, la seguiva tutte le notti: una sera mi vide usare anziché il solito evidenziatore verde, uno di un altro colore. All’una di notte, chiamò in redazione: "Non cambi mai evidenziatore", mi disse. E poi mi mandò una scatola di pennarelli verdi».
Il Grande Fratello
Il passaggio a Mediaset sembra non averla mai turbata, anzi è felice di essere rimasta nell’azienda: "Ho ricevuto proposte che non ho mai accolto. E ne è valsa la pena: in questa azienda ho sempre goduto di grande libertà e soddisfazione". Poi la giornalista si è spostata sulla sua esperienza al Grande Fratello, che spiega di averla trovata divertente e di ringraziare Pier Silvio per averla fatta arrivare ad un pubblico che non la conosceva. Poi la rivelazione sulla prossima edizione del Gf circa il suo ritorno: "Ho dato la conferma perché se lo guardi nel modo giusto e soprattutto se lo vivi, è un programma che offre squarci di comportamenti umani. L’altra ragione, che dico a bassa voce, è che mi sono divertita e trovata molto bene con Alfonso Signorini".
I figli mancati
Dopo 25 anni di convivenza si è sposata con il medico di origini israeliane Joshua Kalman.
«Un giorno ci siamo detti: “Che facciamo noi due? Sposiamoci”. I figli non sono arrivati: dopo qualche insuccesso abbiamo capito che volevamo salvarci come coppia».