Posti letto per anziani e pronto soccorso, pressing sull'ospedale di Fermo: «Ecco come risolvere i problemi»

Posti letto per anziani e pronto soccorso, pressing sull'ospedale di Fermo: «Ecco come risolvere i problemi»
Posti letto per anziani e pronto soccorso, pressing sull'ospedale di Fermo: «Ecco come risolvere i problemi»
di Domenico Ciarrocchi
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Venerdì 28 Aprile 2023, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 3 Maggio, 13:51

FERMO - Pochi posti letto per gli anziani nelle Rsa e pronto soccorso sotto pressione: i problemi della sanità fermana si intrecciano e tornano sotto osservazione in una provincia dove gli over 65 sono sempre più numerosi: un residente su 4 del Fermano è in età da pensione e chiede servizi e assistenza adeguati all’età. Ma come? A rilanciare l’allerta sui numeri è Roberto Lanfranco, responsabile delle politiche sanitarie della Cgil e Spi di Fermo, in occasione della riorganizzazione del servizio sanitario regionale dello scorso anno e la stesura definitiva del documento per il triennio fino al 2025.

 


Il vulnus


Una spina nel fianco sono le strutture di lungodegenza, ormai «un lusso - dice - che pochi possono permettersi». I numeri parlando chiaro. «Anche nella recente Conferenza dei sindaci - riprende - la Cgil e lo Spi hanno segnalato una forte carenza di posti letto di residenzialità rispetto alla legge del 2017 che ne definisce gli standard. Ne mancano 300. Il budget non ha permesso di convenzionare strutture già autorizzate e accreditate, ma soprattutto di attivare le strutture che stanno facendo un percorso di autorizzazione. E la carenza di posti letto di residenzialità nel Fermano ha sempre generato negli anni gravi problematiche nel percorso ospedale-territorio». Le persone non autosufficienti, affette da malattie croniche o in condizioni di fragilità, che non hanno la possibilità di curarsi a casa, dovrebbero avere l’opportunità di essere seguite in strutture residenziali extraospedaliere che offrano loro l’assistenza di cui hanno bisogno. Almeno sulla carta. «Questa mancanza - sottolinea Lanfranco - genera a cascata il fenomeno dei posti letto occupati in ospedale oltre i giorni previsti, con un costo che assorbe risorse per ricoveri inappropriati: è stato lo stesso ministro della Salute a parlare di investimenti volti a potenziare l’assistenza sanitaria territoriale in Italia dove i ricoveri impropri, solo nel 2022, sono stati un milione e 300mila. Nelle Medicine del Fermano il ricovero medio è quasi doppio rispetto agli standard previsti e anche rispetto alla media regionale».


La fase


Il sindacato interviene in questo momento perché si rivede la revisione dei budget: chiede una redistribuzione dei fondi in base ai reali fabbisogni descritti nell’appendice del Piano sociosanitario che «non è correlato però - la chiosa - dalle necessarie azioni correttive per compensare gli squilibri, provocati spesso da territori diversi dal Fermano e ai quali si chiede di far fronte tutti insieme».

Anche perché a questi problemi si aggiungono quelli relativi al pronto soccorso del Murri, costretto a subire inerme l’assalto dei pazienti da tutta la provincia. Un luogo dove si generano tensioni e proteste, tanto che nei giorni scorsi è intervenuto sul caso lo stesso commissario straordinario dell’Ast Roberto Grinta dopo l’aggressione a un’infermiera. Comportamenti violenti, rabbia repressa, che spesso finiscono per relegare in secondo piano «un diritto sacrosanto del cittadino, quello di farsi curare. Ora il pronto soccorso si popola anche di casi relativamente semplici ma che, comunque, hanno bisogno di un triage accurato e di molte ore di attesa».


Il pressing


A ricordarlo, in questo caso, sono il presidente regionale di Cittadinanzattiva Bruno Stortoni e la responsabile provinciale del Tribunale per i diritti del malato della stessa Cittadinanzattiva Michela Lunesu. «Che la situazione sanitaria in tutta Italia - spiegano - sia ormai deteriorata da anni di tagli è cosa risaputa, a maggior ragione il problema riguarda la sanità fermana, fanalino di coda nelle Marche: che però non si trovino soluzioni adeguate per dare risposte veloci a pazienti in codice bianco o verde sembra sconcertante. Da un sondaggio effettuato negli anni scorsi dal Tribunale del malato, in unione con il servizio di Emergenza-Urgenza, era già emersa chiaramente la carenza di personale medico-infermieristico al pronto soccorso del Murri. Il rapporto fra operatori sanitari e popolazione fermana era di 8 unità mediche e di 12 infermieri inferiore rispetto, ad esempio, a quella della zona di Ascoli e San Benedetto». Un divario che per le associazioni dei degenti non è stato ancora colmato. «Accettando per vero che non si riescano a trovare sanitari per il nostro Murri, vedi i concorsi andati deserti, bisognerebbe trovare soluzioni idonee per potenziare il servizio triage e inviare i codici bianchi e verdi o nelle varie case di prossimità create sul territorio, o trovare altre soluzioni, in modo da “alleggerire” il lavoro dei sanitari del Murri e permettere loro di occuparsi serenamente dei pazienti più gravi. Crediamo che in tal modo il clima ritorni vivibile per tutti, pazienti e personale medico, che è sottoposto oggi a uno stress psicologico ingrato».

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