Climbing for Climate a Canfaito Gli studiosi tra i faggi secolari

Climbing for Climate a Canfaito
Gli studiosi tra i faggi secolari

di Stefania Gorbi
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Giovedì 5 Ottobre 2023, 06:35

Sabato 30 settembre scorso, in una giornata caratterizzata da temperature ancora estive, le comunità accademiche degli atenei marchigiani si sono incontrate per discutere di crisi climatica; lungo i sentieri della splendida faggeta di Canfaito (MC) si è svolta infatti la quinta edizione dell’iniziativa Climbing for Climate organizzata dalla Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile - RUS - e dal Club Alpino Italiano - CAI -, che ogni anno coinvolge gli atenei italiani in un’azione simbolica e coordinata di sensibilizzazione sulle problematiche del cambiamento climatico. Ad organizzare l’evento marchigiano, quest’anno, è stata l’Università di Camerino che, in collaborazione con l’Università di Macerata, di Urbino e Politecnica delle Marche ha guidato un gruppo di circa centocinquanta tra studenti, personale amministrativo e docente, lungo un cammino di sette chilometri tra faggi secolari, fino alla suggestiva grotta di San Francesco. Lungo il percorso geologi e botanici hanno mostrato le peculiarità di un paesaggio unico come quello del Monte San Vicino e i rischi legati ai cambiamenti climatici su questi ecosistemi così delicati. E’ stata anche l’occasione per condividere i progetti che le Università̀ stanno portando avanti per promuovere la cultura della sostenibilità̀. L’iniziativa regionale segue quella che a livello nazionale è stata realizzata lo scorso luglio sui ghiacciai del gruppo dell’Adamello, quando una delegazione delle Università aderenti alla RUS è salita fino a quota 3000 metri per monitorare l’avanzamento della fusione dei ghiacciai e lanciare un appello ai cittadini e alle istituzioni per potenziare il contrasto alla crisi climatica, alla crisi ecologica e alla perdita di biodiversità. In quella occasione, era stato sottolineato che in base ai modelli matematici sviluppati dai ricercatori, ai rilievi glaciologici e alle proiezioni dei modelli climatici globali, il Ghiacciaio dell’Adamello, il più grande ghiacciaio italiano (quindici chilometri quadrati di superficie), per effetto del riscaldamento globale, scomparirà̀ del tutto entro la fine del secolo, ma per buona parte entro i prossimi due decenni, con una accelerazione mai osservata negli ultimi 6000 anni. Attraverso il Climbing for Climate le Università rivolgono alle istituzioni regionali e nazionali l’appello ad adoperarsi affinché il patrimonio territoriale venga preservato e arricchito; non si tratta solo di dare voce al grido di allarme lanciato dalla quasi totalità degli scienziati che studiano questi eventi, ma di veicolare il più possibile il dato scientifico e di proporre possibili soluzioni. Dell’importanza di divulgare le evidenze scientifiche parlano anche i cento scienziati di spicco, dal fisico premio Nobel Giorgio Parisi al climatologo Luca Mercalli che nel luglio 2023 hanno firmato una lettera aperta in cui affermano che: “non parlare delle cause dei sempre più frequenti e intensi eventi estremi che interessano il nostro pianeta e non spiegare le soluzioni per una risposta efficace rischia di alimentare la rassegnazione o la negazione della realtà, traducendosi in un aumento dei rischi per le nostre famiglie e le nostre comunità, specialmente quelle più svantaggiate”. La lettera continua sottolineando che: “siamo ancora in tempo per scegliere un futuro sostenibile che metta al primo posto la sicurezza, la salute e il benessere delle persone, come previsto dagli obiettivi europei di riduzione delle emissioni del 55% al 2030 e di neutralità climatica al 2050. Possiamo farlo anche grazie a una corretta comunicazione e alla cooperazione tra noi tutti”. I governi di tutto il mondo hanno sottoscritto accordi, a partire da quello di Parigi del 2015, con i quali si impegnano ad attuare politiche e interventi seri di riduzione drastica delle emissioni di gas serra, a cominciare da quelli prodotti dai combustibili fossili (carbone, gas metano e petrolio). Le misure effettivamente attuate finora, tuttavia, sono state insufficienti o contraddittorie, con il risultato che la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera non mostra un’inversione di tendenza in grado di contenere l’aumento della temperatura entro un grado e mezzo rispetto ai livelli preindustriali. La condivisione di informazioni, il dialogo sempre pacato, lo spirito di appartenenza a una comunità accademica che studia gli eventi e che con rigore scientifico prova a suggerire le soluzioni, spesso molto complesse e di difficile applicazione, ma non per questo utopistiche, possono essere alla base di quel cambiamento culturale necessario per realizzare lo sviluppo sostenibile che tutti auspichiamo? 

*Referente progetto Univpm Sostenibile Docente Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente

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