Il conto alla rovescia è scattato. Ma per il debutto il Tesoro intende scegliere il momento giusto, aspettare che passino le nuvole sul governo per proporre al mercato il primo green bond italiano. La Germania è stato l’ultimo emittente sovrano a fare ingresso sul mercato “verde” con due emissioni a fine 2020. Prima di Berlino erano arrivate Polonia, Olanda e Francia. Ma non c’è dubbio che sia stato il passo tedesco a trasformare la strada in autostrada. Da emittente benchmark e prima economia d’Europa, i Bund green tedeschi rappresentano infatti un punto di svolta, sebbene la seconda emissione, collocata per finanziare progetti già esistenti (a differenza di quanto hanno fatto Francia e Olanda), ha raccolto non poche critiche a Berlino, oltre che presso gli investitori particolarmente critici verso una pratica discutibile, il cosiddetto greenwashing (un neologismo che indica la tentazione di ingigantire i benefici ambientali di un investimento per cercare di catturare l’interesse del mercato): una pratica detestata, che ha spinto Bruxelles a dotarsi di nuovi strumenti di monitoraggio.
GLI OBIETTIVI
Per tornare al Tesoro italiano, il Btp green andrebbe a finanziare i nuovi programmi di più immediata realizzazione, nell’attesa che arrivino per lo stesso scopo i fondi europei.
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