Sarah, sms potrebbe inchiodare Sabrina
Valentina: papà ha detto cose clamorose

Sarah, sms potrebbe inchiodare Sabrina Valentina: papà ha detto cose clamorose
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Mercoledì 27 Ottobre 2010, 10:47 - Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 02:46
AVETRANA (27 ottobre) - Pap molto provato, dimagrito e depresso; ha voluto parlare e io l'ho ascoltato: mi ha detto cose importantissime, clamorose, che devo riferire al colonnello Russo e ai magistrati. Lo rivela Valentina Misseri .



Notizie «importantissime». La figlia di Michele Misseri e sorella di Sabrina, tutti e due in carcere con l'accusa di aver ucciso Sarah Scazzi, fa quindi capire che le notizie «importantissime» avute dal padre potrebbero aprire nuove ipotesi d'indagine. La donna sottolinea anche che con il padre, che ha visitato in carcere il 22 e il 26 ottobre scorsi, non ha mai parlato di Sabrina. «Papà - dice - deve dire tutta la verità; noi non vogliamo influenzarlo, ma non accettiamo che a condizionarlo tenti qualcun altro, a noi interessa la verità, perché sono convinta che la verità aiuti Sabrina».



Mamma Concetta: «Vendicherò Sarah».
Delitto di Avetrana: la madre di Sarah, Concetta, scrive una lettera aperta indirizzata «ai colpevoli»: «Fate posto all’ira, la vendetta è mia». Valentina intanto ha visitato in cella il padre. Sul fronte delle indagini restano da chiarire alcune contraddizioni relativi ai disversi sms che Sabrina Misseri ha inviato all’amico Ivano Russo nelle ore immediatamente successive alla scomparsa della ragazza. Intanto spuntanto anche gli «sciacalli dell’orrore»: sono stati offerti 8mila euro per le foto del garage dove è avvenuto l’omicidio.



Un messaggino telefonico potrebbe inchiodare Sabrina. È quello inviato al suo amico Ivano Russo alle 15,19 di quel 26 agosto in cui la cugina Sarah Scazzi, 15 anni, sparì da Avetrana, in provincia di Taranto. In quel momento la giovane non si trovava, come ha sempre detto, con l'amica Mariangela Spagnoletti, teste chiave dell'inchiesta a suo carico anche per i momenti precedenti, ma, secondo i tabulati telefonici esaminati dai carabinieri, il suo cellulare agganciò una cella diversa, quella di Nardò, nella vicina provincia di Lecce e non quella di Avetrana.



Si tratta di una zona compatibile
con quella della cisterna interrata in contrada "Mosca" nel quale il padre di Sabrina, Michele Misseri, portò il 7 ottobre gli inquirenti al termine della confessione dell'omicidio, consentendo così il ritrovamento del corpo della vittima. La notizia è riportata oggi da diversi quotidiani.



In pratica, secondo questa ricostruzione
, subito dopo aver cercato Sarah, insieme a Mariangela, Sabrina, intorno alle 15, si sarebbe fatta accompagnare a casa sua dove c'erano ancora suo padre Michele e sua madre Cosima. Qui si aprirebbe un "buco" intorno ai suoi movimenti che dura per circa 40 minuti.



Anche perché nel momento in cui Sabrina effettuava questo sms al suo amico Ivano, alle 15,19, Mariangela faceva un'altra telefonata a sua madre agganciando un'altra cella, proprio quella di una via di Avetrana. Secondo gli inquirenti, questo dimostra quantomeno che erano in posti diversi e che Sabrina ha mentito sulla circostanza. Gli investigatori sono tuttavia molto cauti anche perchè la cella di Nardò ha un raggio molto ampio e comprende ad esempio la zona del mare di Torre Colimena.



Saranno i successivi accertamenti e i confronti
con altre deposizioni a confermare o meno il racconto della giovane. Se fosse dimostrato che Sabrina era nella zona del pozzo, oltre che di concorso in omicidio volontario e sequestro di persona, per lei potrebbe scattare anche l'accusa di occultamento di cadavere. Gli avvocati che difendono Sabrina, Vito Russo ed Emilia Velletri, sostengono che spesso, quando c'è sovraccarico, i cellulari si agganciano a celle diverse da quelle in cui si trova chi effettua la telefonata o il messaggio. Un particolare di cui ovviamente sono consapevoli anche gli investigatori.