Cuperlo ammette la sconfitta
"Sono pronto a collaborare"

Cuperlo ammette la sconfitta "Sono pronto a collaborare"
di Alessandra Chini
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Lunedì 9 Dicembre 2013, 07:58
ROMA - Cinquanta punti percentuali da Matteo Renzi e appena quattro da Pippo Civati. questo l'esito della debacle delle primarie per Gianni Cuperlo, principale competitor del sindaco di Firenze alle primarie Pd e che, dopo aver 'tenutò tra gli iscritti si ferma, tra gli elettori, al 18% lasciando la sinistra del partito sotto choc, ma anche, di fatto, con le mani legate di fronte a un Renzi che, a questo punto, ha con sè la forza dei numeri per imporsi in toto nel partito.



«Ora ha carta bianca», ammette un esponente dell'area cuperliana che sottolinea anche come «non pensavamo ci sarebbe stata una difformità così grande rispetto al voto dei tesserati». Ed è un dato di fatto che Cuperlo non sia riuscito ad andare oltre al voto degli iscritti con i militanti che hanno optato piuttosto tra gli altri due candidati. «Non è la fine di un'epoca ma, certamente è la fine di un ciclo», ammette un esponente dei giovani turchi. Ma tutti assicurano che, almeno per ora, il Pd resterà unito e non ci sono tentazioni scissioniste.



Appena l'andamento del voto è chiaro il candidato ex Ds decide di sciogliere la riserva. Chiama Renzi per fargli i complimenti e parla a Piazza Di Pietra dove aveva in programma dalla mattina di incontrare i militanti. Il Tempio di Adriano semi-vuoto dà l'immagine plastica di quanto accaduto. In platea nessuno della vecchia guardia che ha sostenuto Cuperlo nella sua corsa.



Ci sono Stefano Fassina e Alfredo D'Attorre, passa il ministro Andrea Orlando, diversi deputati dell'area dei giovani turchi, da Matteo Orfini a Fausto Raciti a Francesco Verducci e Silvia Velo. C'è Cesare Damiano e la segretaria dei pensionati Cgil Carla Cantoni. In prima fila anche un grande vecchio della sinistra Alfredo Reichlin, consigliere di Cuperlo nella campagna congressuale. Quando entra, è lo stesso Cuperlo a scherzare, accolto da un applauso.



«Un po' di spazio», si fa largo anche se ammette sorridendo amaro: «qui spazio ce n'è...non abbiamo un problema di spazio..». Lo sfidante di Renzi ammette subito la sconfitta e se ne assume totalmente la responsabilità: «Mi sono candidato e ho perso e la responsabilità di quello che non siamo riusciti a fare è interamente mia». Ciò non toglie, sottolinea, che continuerà a battersi per i valori che ha portato avanti nella sua campagna per le primarie, quelli della sinistra.



«La sinistra - evidenzia - ha una storia interamente nuova da scrivere». In questa chiave continuerà a impegnarsi nel partito e assicura lealtà al vincitore. Perchè mette in chiaro, «nessuno scenderà dal treno» e «l'unità è un valore» ma «nella chiarezza». In questo senso Fassina avverte: «il Pd non ha un padrone ma un segretario che poi è stato fortemente legittimato: sceglieremo insieme e daremo il nostro contributo con la piattaforma culturale, politica e programmatica che abbiamo portato avanti questa settimana»
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