Benzina, scatta l'aumento
più cara di 0,25 centesimi

Benzina, scatta l'aumento più cara di 0,25 centesimi
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Sabato 1 Marzo 2014, 10:41 - Ultimo aggiornamento: 4 Marzo, 09:43
ROMA - Benzina, oggi scattato l'aumento: pi cara di 0,24 centesimi.

AUMENTANO LE ACCISE Con l'aumento dell'accisa, che scatta fino a fine anno per finanziare alcune norme del decreto Fare varato nel 2013, la benzina, secondo le stime della Figisc-Confcommercio, potrebbe registrare un aumento contenuto in mezzo centesimo al litro, vale a dire appena 25 centesimi per un pieno di un'auto di media cilindrata.



Le organizzazioni petrolifere, tuttavia, sono preoccupate per il continuo ricorso al rubinetto dei carburanti per finanziare le misure più diverse e chiedono al governo Renzi di andare controcorrente rispetto agli esecutivi precedenti. Con l'aumento di domani, l'accisa sulla benzina, passa da 728,40 euro per mille litri a 730,80 e quella sul gasolio da 617,40 a 619,80 per mille litri: si tratta dunque di un aumento di 0,24 centesimi che, comprendendo anche l'Iva, arriva a 0,34 circa.



Secondo i calcoli della Figisc Confcommercio, che tiene ovviamente in considerazione anche altri parametri come il prezzo dei prodotti finiti sui mercati internazionali e il cambio euro/dollaro, nei prossimi giorni i distributori potrebbero rivedere i prezzi al rialzo fino a 0,50 centesimi al litro. In sostanza, dagli 1,804 di media di questi giorni, si potrebbe arrivare a sfiorare 1,81 euro al litro. L'aumento, dunque, non è di per sè particolarmente significativo, tuttavia contribuisce a un carico fiscale ormai insostenibile: stando a uno studio della Cgia di Mestre, infatti, considerando anche il mini-rialzo di domani la quota che finisce nelle casse dello Stato arriva al 60,5%.



"RINCARO DI 388 EURO" Dal 2010 le accise sono aumentate 10 volte e l'IVA due, ricorda la CGIA di Mestre, aggiungendo che tra il 2010 e il 2014 si è verificato un rincaro di 257 euro per un'auto a benzina, di 388 euro per un'auto a diesel.



AUTO ADDIO La tendenza all'abbandono dell'automobile, a causa del prezzo proibitivo del carburante, e il calo dei consumi, quindi, non potranno che continuare, per questo i petrolieri guardano a Palazzo Chigi: «Ci auguriamo che questo governo sia più coraggioso dei precedenti sulle accise perchè le manovre sono inique e fortemente recessive», sottolinea il presidente dell'Up Alessandro Gilotti. Assopetroli, con il presidente Franco Ferrari Aggradi, chiede invece un piano quinquennale di riduzioni programmate, anche perchè, avverte, ad ogni aumento di accisa per 4 centesimi si perdono 35.000 posti di lavoro e si arriva ad una perdita economica dello 0,1% sul Pil.