Giovanbattista Cutolo ucciso a Napoli, il killer condannato a 20 anni di carcere

La condanna arriva con lo sconto di un terzo della pena come previsto dal rito abbreviato

La madre di Giogiò
La madre di Giogiò
di Melina Chiapparino e Leandro Del Gaudio
3 Minuti di Lettura
Martedì 19 Marzo 2024, 16:25

Il gip del Tribunale dei minori ha condannato a venti anni di reclusione il minorenne responsabile dell’omicidio di Giovanbattista Cutolo.

Un verdetto che accoglie la ricostruzione dei pm dei Colli Aminei: omicidio volontario aggravato da futili motivi.

La condanna arriva con lo sconto di un terzo della pena come previsto dal rito abbreviato.  A pronunciare la sentenza è stato il gup del Tribunale dei Minorenni, Umberto Lucarelli. A chiedere i 20 anni di carcere è stato il pm Francesco Regine.

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In precedenza, l'avvocato dell'imputato aveva chiesto la messa in prova per il 17enne imputato, richiesta non accolta dal giudice. In aula erano presenti sia mamma Daniela, insieme all'avvocato Claudio Botti, ma anche i familiari del killer che ha confessato di aver sparato, ma senza intenzione di uccidere. 

«Vent'anni, l'ergastolo per i minori. Grazie giustizia, abbiamo scritto una pagina di storia» ha detto Daniela Di Maggio. «Grazie al pm - ha detto - e al mio avvocato Claudio Botti, grazie al giudice Lucarelli. Grazie agli amici di Giogiò, a mia figlia, al mio ex marito, a tutti i miei familiari, grazie alla Napoli bella. Giustizia è stata fatta. La sentenza di 20 anni è un segnale potente per tutta la società civile. Quando c'è un'indignazione vera e le coscienze si scuotono vuol dire che tutti si muovono intorno a un obiettivo. Tutta Napoli e tutta Italia voleva questa sentenza e soprattutto mi aspetto che adesso i minori non escano più in strada con i coltelli, con i tirapugni e con le pistole, sentendosi non più impuniti.

Perché vent'anni sono tanti. E' giusto che questa sentenza così importante scriva una pagina di storia, la chiamerei la rivoluzione di Giogiò perché adesso aiuterà gli altri. Questa è la cosa che più mi interessa».

Quindi si sono verificati momenti di tensione all'esterno del Tribunale dei Minori, dove i parenti del 17enne hanno urlato contro amici e la famiglia del ragazzo ucciso. La tensione è durata alcuni minuti. A sorvegliare la zona alcune persone legate al minorenne condannato hanno anche fatto gesti minacciosi invitando i parenti di Cutolo a raggiungerli. I giovani amici del ragazzo ucciso hanno intonato un coro che chiede giustizia per Giogiò. I parenti del giovane condannato si sono poi allontanati. 

«Il ragazzo ha mostrato segni di ravvedimento, ha fatto ritrovare l'arma, ha fornito informazioni su coloro che erano con lui quel giorno e ha rivolto le sue scuse alla famiglia. Ci aspettavamo una pena meno dura». Così l'avvocato Davide Piccirillo, il legale del 17enne condannato. «Attendiamo di conoscere le motivazioni - ha aggiunto l'avvocato Piccirillo - poi presenteremo appello».

«Il padre del killer ha sfidato gli amici di mio figlio con aria da boss criminale, come si fa a riabilitare il figlio di un individuo del genere?» ha detto Daniela Di Maggio commentando la tensione in strada con la famiglia del ragazzo condannato all'esterno del Tribunale dei Minori e i gesti minacciosi partiti dal padre del 17enne. «Non mi intimoriscono - ha detto Di Maggio - sono delle becere persone che non contano niente, chi sa cosa sono i clan e il sistema partenopeo sa bene che questa gentucola viene schifata pure dai grandi boss, perché è 'gentarella' inutile. Il ragazzo è stato condannato e la riabilitazione la sta facendo, vediamo come esce. Se non si riabilita la coscienza poi esci, delinqui e uccidi di nuovo»

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